Rialzo dei tassi: Lagarde, avanti dritta verso il barato del caro denaro

Nonostante i consigli di prendere una pausa di riflessione, la presidente della Bce è andata diritta per la sua strada che causerà notevoli problemi a famiglie e aziende.

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Rialzo dei tassi

La presidente della Banca centrale europeaChristine Lagarde, è andata avanti per la sua strada del rialzo dei tassi di interesse a prescindere, portandolo dal 3 al 3,5%, nonostante molti la consigliassero ad una pausa diriflessione, anche per vedere gli effetti della crisi bancaria in corso in mezzo mondo. Ma così non è stato e si iniziano a fare i conti degli effetti di una decisione che, secondo molti, sarà probabilmente un boomerang per l’economia europea.

Con il rialzo dei tassitutto costerà di più, sia per le famiglie che per le imprese. Per le prime, a crescere sarannosoprattutto le rate dei mutui per l’acquisto casa a tasso variabile già esistenti o la sottoscrizione di mutui nuovi, a tasso fisso o variabile, visto che nel giro di neanche un anno il costo della rata mensile di un mutuo da 150.000 euro ventennale è aumentato di 330 euro al mese nel caso dei tassi variabili, causando seri problemi di sostenibilità per i bilanci familiari, già alle prese con il caro inflazione e il caro bollette che ha eroso il potered’acquisto di circa 3.000 euro all’anno.

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Non va meglio nel caso di acquisto a rate di beni durevoli, ad iniziare da quello delle autosettore che già sconta una grave crisi. Con il rialzo dei tassi, un finanziamento a 10 anni per l’acquisto di un’utilitaria da 25.000 euro di costo, gli oneri finanziari complessivi crescono di 6.639 euro, ben il 17,7% in più rispetto a un anno fa, visto che il costo del denaro per il credito al consumo è ormai al 10%.

Ne va meglio per le imprese, specie quelle piccole e indebitate che, oltre alle difficoltà ad onorare i prestitigarantiti dallo stato accesi durante la crisi pandemica, si trovano a dover fronteggiare il calo dei fatturati e degli ordinativi, oltre alla richiesta di maggiori garanzie da parte delle banche.

Per uno stato pesantemente indebitato come quello italiano le cose vanno di male in peggio, perché il costo del servizio sull’enorme debito pubblico da 2.750 miliardi costa sempre di più rispetto ai circa 80 miliardi di interessi pagati nel 2022.

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