La crescita congiunturale del commercio a gennaio delle vendite in volume (+1,2% su dicembre) «pur rappresentando una boccata d’ossigeno per molte imprese che da tempo vivono una situazione di difficoltà, ha solo permesso di attenuare la tendenza al ridimensionamento della domanda» afferma Confcommercio a commento dei dati diffusi dall’Istat nella quale sottolinea che su base tendenziale si registra una contrazione del 2,4% che, seppure più ampia per gli alimentari, coinvolge la gran parte delle merceologie.
Sul dato del commercio a gennaio ha influito il buon andamento dei saldi. «Il permanere di un’inflazione elevata – continua il commento di Confcommercio – rende ardua l’ipotesi che quanto registrato a gennaio sia il sintomodell’inizio di una fase più positiva per la domanda di beni, in considerazione anche delle difficoltà che cominciano a interessare alcuni segmenti dei servizi. La variazione a valore delle vendite presso i piccoli negozinon compensa il tasso d’inflazione tendenziale, sottolineando la complessità della situazione attuale e le difficiliprospettive a breve per questo formato distributivo. Per il commercio elettronico, la probabile riduzione dei margini è temporanea e, in ogni caso, è resa possibile dal forte incremento delle vendite del canale realizzatonegli anni passati».
Dal fronte dei consumatori, secondo il Codacons i dati sulle vendite al dettaglio diffusi oggi dall’Istat dimostrano come il caro–prezzi continui ad incidere sulle abitudini degli italiani, portando ad una sensibile riduzione degli acquisti cui fa da contraltare un aumento della spesa.
«A gennaio le vendite in volume registrano un calo su base annua del -2,4% a fronte di un aumento in valore del +6,2% – sottolinea il Codacons – questo a conferma che il calo dell’inflazione registrato nell’ultimo periodo è solo una illusione ottica dovuta alla riduzione delle tariffe energetiche, mentre i prezzi al dettaglio continuano a mantenersi a livelli elevatissimi incidendo sulla spesa degli italiani. Le famiglie continuano a spendere di più per acquistare sempre meno, e la dimostrazione lampante arriva dagli alimentari, comparto dove le vendite a gennaio precipitano del -4,4% in volume a fronte di un aumento in valore del 7,5% – afferma il presidente CarloRienzi -. Numeri che attestano l’esigenza di un cambio di rotta sul fronte dei listini al dettaglio, con il Governoche deve adottare misure specifiche per calmierare i prezzi e tutelare il potere d’acquisto degli italiani».
Per l’Unione nazionale consumatori «non bisogna farsi illusioni. Si tratta di un rimbalzo – sottolinea il presidente, Massimiliano Dona – dopo un Natale in bianco. Il carovita e il caro bollette stanno avendo effetti devastanti sugli acquisti, persino quelli alimentari che precipitano del 4,4% su gennaio 2022. Insomma, gli italiani sono a dieta forzata. Urge ridare loro capacità di spesa. Gli italiani non hanno mai mangiato così poco. Peggio di così non si può».
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