Incentivi: Confprofessioni reclama la parità di trattamento tra imprese e professionisti

Stella: «il via libera alla revisione del sistema degli incentivi alle imprese è l’occasione per fissare il principio di uguaglianza tra i soggetti economici, mettendo fine alle sperequazioni generate dall’attuale sistema». 

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Fare cessare le odierneodioseinutili ed illegittime sperequazioni oggi vigenti tra diversi soggetti economici solo per esercitare un’attività in una forma giuridica piuttosto che un’altra: è quello che accade ogni giorno a danno dei professionisticategoria sempre penalizzata dai governi italiani, stretta tra l’impossibilità partecipare a gare ed incentivi pubblici riservati sempre alle aziende e penalizzati nella tutela previdenziale ed economica rispetto ai lavoratori dipendenti.

«Il Governo ha la possibilità di mettere mano ad una riforma organica del sistema incentivi alle imprese, che negli ultimi anni si sono in effetti moltiplicati e sovrapposti, determinando un quadro regolativo disorganico e, spesso, discriminatorio per il settore professionale» ha commentato il presidente di ConfprofessioniGaetanoStella, il via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge sulla revisione del sistema degli incentivi alle imprese.

«La riforma è la sede ideale per stabilire la piena equiparazione tra imprese e professionisti ai fini dell’accessoagli incentivi, mettendo fine alle sperequazionigenerate dall’attuale sistema, che non appaiono più tollerabili» ha aggiunto Stella.

liberi professionisti sono sistematicamente esclusi da molte forme di incentivazione: basterà ricordare il bonusbollette, il credito d’imposta per la formazione 4.0, i contributi previsti per la trasformazione digitale nelle Pmi, i finanziamenti agevolati della legge Sabatini.

Non solo: per il fatto di non essere soggetti alla gabella economica e burocratica dell’iscrizione alla Camera di commercio, i professionisti, pur essendo parificati dalla norma comunitaria e pure dalle leggi italiane alle microimpresesono esclusi dalla partecipazione alle gare pubbliche che prevedono come requisito essenzialel’iscrizione alla Camera, pure per quelle prestazioni che prevederebbero un fortissimo apporto intellettualepiuttosto che manuale alla fornitura di un prodotto e/o servizio.

Il settore delle libere professioni ha bisogno di incentivi per crescere e competere, sottolinea Stella: «sostenere la digitalizzazione degli studi e i processi di aggregazione, a cominciare dalle società tra professionisti, significa arricchire le competenze dei professionisti e ampliare il mercato dei servizi professionali, ma anche investire sulla difesa e la promozione del “Made in Italy”».

Si vedrà se il governo Meloni avrà la forza e la volontà politica di porre fine a decenni di ingiustizie e penalizzazioni ai danni del mondo professionale.

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