Superbonus 110%: requiem per il provvedimento grillino

La Gdf ha scoperto truffe per 3,7 miliardi. Il governo Meloni blocca la cessione dei crediti. Protesta dell’Ance, Cna e di Confedilizia.

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Dal novembre 2021 ad oggi, nel giro di circa 15 mesi, le indagini della Guardia di Finanza«hanno consentito di sottoporre a sequestro preventivo crediti d’imposta inesistenti legati al Superbonus 110% per oltre 3,7 miliardi di euro. Crediti che, in assenza di un intervento tempestivo e coordinato tra gli organi dell’amministrazione finanziaria, sarebbero stati compensati con debiti tributari e previdenziali, con conseguenti ingenti perdite per l’erario» ha detto Marco Thione, capo ufficio Tutela entrate della Guardia di Finanza, nel corso di una audizione davanti alla commissione Finanze del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale e in particolare sui crediti di imposta.

«In altre parole – ha spiegato Thione -, laddove non fossimo intervenuti tempestivamente e preventivamente, quasi 4 miliardi di crediti fiscali falsiavrebbero indebitamente ridotto debiti fiscaliveri”, con conseguente diminuzione delle entrate erariali».

Intanto per ridurre l’impatto sui conti publici della norma grillina nata fallata sotto tutti i punti di vista come tanti altri provvedimenti del governo di Giuseppi Conte, il governo Meloni ha deciso di bloccare la cessione dei crediti fiscali legati al Superbonus 110%.

«Se il governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie» afferma la presidente dell’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili, Federica Brancaccio: «senza una soluzione immediata sarà il tracollo del comparto».

«Spero che si tratti di un errore. – continua Brancaccio -. E’ da ottobre che aspettiamo di capirecome si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere».

«Senza un segnale immediato da parte del Governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione. Come Ance – conclude Brancaccio – ci siamo già fatti carico insieme ad Abi di individuare un’efficace via d’uscita compatibile anche con la recente pronuncia di Eurostat. Dobbiamo intervenire: non c’è più tempo».

Per il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, «la situazione è critica e a rimetterci sono – ormai da troppo tempo – i cittadini che si sono fidati dello Stato, ma hanno avuto come risposta i provvedimenti del precedente esecutivo che hanno mandato in tilt il sistema. Ormai da più di un anno, vi è un blocco completo dei crediti presso gli intermediari che, trovando estrema difficoltà a liberarsene, non possono più acquisirne di nuovi. E alcuni tentativi, pure apprezzabili, di chiarire legislativamente importanti aspetti della materia, come la responsabilità dei cessionari, non hanno sortito l’effetto sperato».

«Le conseguenze di una siffatta situazione si sono subito riversate sui proprietari di immobili e sugli amministratori di condominio che operano per essi, i quali sul sistema della cessione del credito del Superbonus 110% contavano per poter avviare o proseguire gli interventi edilizi di loro interesse – continua Spaziani Testa -. Occorre intervenire nuovamente con misure che possano effettivamente rappresentare una soluzione definitiva ai problemi in essere. E la Confedilizia fornirà il proprio contributo di idee in occasione della sua prossima audizione in Senato».

La Cna rinnova la richiesta al governo di intervenire «con la massima urgenza» per sbloccare i crediti fiscali legati agli ecobonus che ingolfano i cassetti fiscali di migliaia di imprese. Circa 8 miliardi di liquidità bloccati da mesi che, afferma la confederazione artigianale, mettono a rischio la sopravvivenza di 40.000 imprese della filiera delle costruzioni, provocano il blocco di 100.000cantieri e generano caos e incertezza per un milione di cittadini. Cna vede con favore le iniziative da parte di alcuni enti locali che hanno già deliberato o stanno per farlo l’acquisto di crediti fiscali. Non è la risposta definitiva a un gravissimo problema, ma è comunque utile per alleviare il fardello dei crediti bloccati a condizione che le banche coinvolte riprendano ad acquistare i crediti incagliati. Anche l’ultimo intervento del Governo si è rivelato inefficace ed è necessario che lo Stato con urgenza si faccia carico di trovare una soluzione definitiva. Le imprese non possono pagare a carissimo prezzoper aver rispettato una legge dello Stato».

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