L’eurostangata sugli immobili varata dalla commissione Industria del Parlamento Europeo che ha approvato l’obbligo di riqualificazione energetica al 2033 di tutti gli edifici almeno in classe di efficienza “D”, oltre ad una “dote” di 540 miliardi di spesa per i soli italiani, pari a circa 30.000 euro per ciascuna abitazione secondo i calcoli fatti dall’Enea, porta con sé anche un contrappasso di carattere sanitario: secondo uno studio pubblicato sull’autorevole rivista internazionale Nature, il maggiore efficientamento energetico degli edifici porta ad un deciso peggioramento della qualità dell’aria al loro interno, spesso di qualità peggiore rispetto a quella dell’ambiente esterno, con una stima di incremento della mortalità che nel 2020 è stata in 3 milioni di persone.
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Di fatto, fino ad oggi l’efficientameto energetico è stato inteso quasi sempre come l’apposizione di isolazioni esterne sui muri perimetrali (il cosiddetto “cappotto”), la sostituzione degli infissi e delle caldaie. Di sistemi automatizzati per la ventilazione interna con recupero di calore quasi mai se ne parla, nonostante siano dei dispositivi indispensabili per migliorare la salubrità dell’aria che si accumula e ristagna all’interno degli edifici efficientati energeticamente, che riducono quel “naturale” ricambio dell’aria garantito da qualche spiffero degli infissi, ora a tenuta stagna.
Se l’aria non si ricambia con cicli orari, al suo interno aumentano le concentrazioni di anidride carbonica (CO2) causata dalle stesse persone che vi soggiornano e dai fuochi utilizzati per cucinare i pasti (meglio sarebbe utilizzare le piastre elettriche ad induzione, più sicure ed energeticamente più efficienti), oltre ad una miriade di composti chimici organici volatili (i cosiddetti “VOC”) che si originano dall’utilizzo domestico di solventi, detergenti e dall’esalazione di oggetti di arredamento prodotti utilizzando pannelli di legno ricomposto che a loro volta utilizzano colle a base di urea. Per non dire della presenza del radon, un gas inodore e incolore ma radioattivo che in talune aree del Paese può raggiungere concentrazioni pericolose per la salute, tanto che da almeno trent’anni l’Organizzazione mondiale per la sanità lo indica la seconda causa scatenante del tumore al polmone dopo il fumo di sigarette.
Insomma, il talebanesimo ambientalista dell’Europarlamento e della stessa Commissione porta appresso tanti contrappassi: oltre a quelli sociali ed economici, ora s’aggiunge pure quello sanitario. Davvero non male per l’Europa guidata mai così male dalla figlioccia politica di “Mutti” Angela Merkel, Ursula von der Leyen, e dal suo vice con delega al “green”, l’olandese Frans Timmermans.
Per la cronaca, l’eurostangata sugli immobili è stata votata convintamente dalla pattuglia degli eurodeputati italiani del Pd, Verdi e M5s e l’opposizione di tutto il centro destra. Se ne ricordino nelle urne gli elettori lombardi e laziali.
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