Imprese venete in buona salute e pronte per tornare a investire

Bertin: «avanti con coraggio, sosteniamo la ripartenza».

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imprese venete
Il presidente di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin.

Confcommercio Veneto, l’associazione di categoria più rappresentativa delle imprese venete del terziario, pubblica i risultati del questionario economico-occupazionale del secondo semestre 2022, un’indagine che ha coinvolto un migliaio di imprese associate operanti nel commercio, turismo e servizi. Emerge il consolidamento della ripresa dopo la fase travagliata a causa della pandemia da Covid, una certa stabilità del mercato del lavoro e la propensione a nuovi investimenti per il futuro, specialmente in innovazione e formazione.

Imprese venete: un panorama in miglioramento

Dopo quasi tre anni dall’inizio della pandemia e nonostante la crisi globale provocata dalla guerra in Ucraina, che ha comportato un forte aumento dei costi energetici e delle materie prime, il peggio sembra essere passato. Le aziende venete hanno dimostrato una buona capacità di resistenza e resilienza e ben l’86% del campione intervistato ha dichiarato buono o discreto il proprio stato disalute al 31 dicembre 2022. Tre imprese su dieci considerano la propria attività economico-finanziaria migliorata, mentre un 36% la definisce invariata. Per quanto riguarda l’andamento del fatturato, più del 40% del campione lo ritiene aumentato e ben il 65% dichiara di non avere difficoltà nel pagare i fornitori, sintomo, questo, di un buon livello di liquidità: cinque aziende su dieci ritengono di avere sufficiente disponibilità economica da qui ai prossimi mesi, in una previsione a medio-lungo termine, mentre un 31% dichiara il proprio livello di liquidità adeguato più nel breve periodo (slide 20). Per la quasi totalità degli intervistati è buono, infine, il rapporto con gli istituti di credito e sono aumentate, rispetto al primo semestre dell’anno, le richieste di prestito (20% del campione), che le banche hanno accolto nella maggioranza dei casi.

Investimenti e formazione fra presente e futuro

Un capitolo a parte è rivolto al tema degli investimenti e della formazione aziendale. Rispetto al precedente report elaborato sei mesi fa, l’intenzione delle aziende di investire in attrezzature,macchinari e veicoli è quasi doppia rispetto a ogni altra forma di investimento, un segnale che trova riscontro nella maggiore richiesta di prestito alle banche. Segue a ruota la formazione, uno strumento indispensabile per migliorare e valorizzare il capitale umano a disposizione, di cui tuttavia hanno beneficiato solo il 39% delle aziende durante il quarto trimestre 2022.

«Nonostante tutto, resilienti e resistenti, fiduciosi nel futuro e pronti a tornare ad investire: se c’era bisogno di una verifica sul campo dell’ottimismo che sta spingendo le imprese del terziario di mercato, i risultati del questionario di Confcommercio Veneto sono lì a dimostrarlo – spiega il presidente Patrizio Bertin -. La fiducia è un propellente decisivo. Un’impresa che ha fiducia è un’impresa che non si nasconde le difficoltà di un’inflazione a doppia cifra, di bollette che non sono ancora diminuite, di una guerra che dura ormai da quasi un anno».

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