Lagarde rialza nuovamente i tassi BCE portandoli al 3%

La medicina del ritocco all’insù rischia di raffreddare troppo un’economia già in frenata.

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La francese Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, prosegue dritta nella strada tracciata dei continui rialzi dei tassi di sconto di un altro 0,5% al 3%, livello in sé non eccessivamente preoccupante, ma sicuramente problematico per un’economia in progressivo rallentamento, con il Pil del quarto trimestre 2022 in negativo in entrambe le principali manifatture europee, Germania (-0,2%) e Italia (-0,1%).

Stante queste condizioni, dove l’inflazione europea è dovuta non al surriscaldamento dell’economia come accaduto negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve ha attivato la leva dei tassi per frenare, ma bensì al rincaro speculativo dei prezzi energetici che ora stanno rientrando, Lagarde avrebbe dovuto cambiare rotta e stare ferma, per evitare di buttare nuova benzina sul focherello che cova della stagnazione economica.

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Certo, probabilmente per una figura come Lagarde che dall’alto del suo incarico percepisce una paga annua (2022) di 421,308,00 euro esentasse (pari a 35.109 euro al mese, 8.102 alla settimana e 1.620 al giorno: praticamente uno stipendio medio mensile italiano), il problema del rialzo dei tassi è il problema minore, comportandosi come quell’imperatrice francese, Maria Antonietta che al popolo che reclamava pane da mettere in pancia rispose “allora che mangino le brioches!”, probabilmente non accorgendosi che il rialzo dei tassi ha effetti a catena su tutti i costi e sulla capacità di spesa degli europei, specie di coloro – e sono la stragrande maggioranza – che acquistano a rate beni di consumo o case con i mutui.

E per una Lagarde che rimarrà sul trono di Francoforte fino al 2027, sempre che non accada l’imponderabile, l’aumento dei tassi, secondo la Fabi (Federazione autonoma dei bancari italiani) comporterà sensibili rincari sui mutui per l’acquisto delle case, con aumenti fino al 43% sulle rate dei vecchi mutui contratti a tasso variabile, mentre per chi fa acquisti a rate, come un’automobile, il costo di un modello da 25.000 euro con finanziamento a 10 anni passa da 37.426 euro a 42.272 euro, ben 4,847 euro in più (+13%).

Ma non c’è problema, visto che Lagarde, oltre al munifico appannaggio europeo, gode pure del servizio di autista con sontuosa limousine, pure quella pagata dai contribuenti europei.

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