Cherchez l’allemand dietro i problemi dell’Europa

Il governo di Berlino ammette la propria responsabilità nel picco del costo dell’energia nell’estate 2022. E l’energia non è che l’ultimo dei temi con una pesante responsabilità teutonica.

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Cherchez l’allemand

Da Cherchez la femme a Cherchez l’allemand: da cercate la donna a cercate il tedesco, così dovrebbe cambiare il celebre detto per affibbiare la responsabilità di qualcosa ad un soggetto non identificato, per trovare i responsabili dei problemi economici, ambientali e sociali che hanno afflitto l’Europa negli ultimi mesi.

A chi si chiede chi sia stato il responsabile del boom dei prezzi sul gas metano nell’estate 2022con le quotazioni schizzate a 350 euro al MWh (ora si è tornati attorno ai 50 euro), causando blocchi della produzione per l’insostenibilità dei prezzi e l’impossibilità di rientrare dei costi di produzione, la soluzione del caso è stata fornita proprio dal vicecancelliere tedesco e ministro all’economia,Robert Habeck, che ha candidamente ammesso che è stata la Germania a pompare alle stelle i prezzi nello sforzo di riempire i propri stoccaggi per affrontare un inverno estremamente incerto a causa del blocco dello forniture dalla Russia a causa embargo e danni alla rete dei metanodotti.

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Cherchez l’allemand: di fatto tutti i gravissimi problemi causati all’economia continentale sono stati dovuti all’ingordigia tedesca che ha scaricato la miopia dei suoi governi degli ultimi 15 anni almeno – coincidenti con l’era di “MuttiAngela Merkel – su tutti gli europei, causando danni per 70 miliardi alla sola Italia, costretta ad attivare più edizioni di politiche di sostegno ai prezzi dell’energia per evitare il fallimento di aziende e famiglie. Insomma, per avere i termosifoni caldi, le industrie attive e le cucine in grado di sfornare piatti di patate e wurstel fumanti, Berlino non ha badato a spese.

Un comportamento semplicemente vergognoso quello di Berlino, con il vicecancelliere Habeckche fa spallucce, affermando di «avere fatto la cosa giusta per la Germania, anche se abbiamo distrutto il mercato». Ma al costo di danneggiare tutto il resto dell’Europa.

Una situazione già vista: dallo scandalo del “Dieselgate” dove l’ingordigia di un gruppo di alti dirigenti dell’industria automobilistica tedesca (a partire da quello del gruppo Volkswagen-Audi-Skoda-Seat) ha di fatto condannato alla gogna la tecnologia automobilistica ambientalmentemeno impattante per legarsi mani e piedi – nello sforzo di lavarsi la coscienza e, soprattutto, l’immagine inzozzata – all’elettrificazione, infischiandosene delle conseguenze della scelta, che rischia di legare strategicamente l’Europa alle ubbie del monopolio cinese. Lo stesso vale per i pannelli fotovoltaici, i semiconduttori elettronici, i principi attivi dei farmaci.

Davvero un’Europa a trazione tedesca da cancellare al più presto.

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