Porto di Trieste: via ai treni verso Abruzzo

Trasporteranno merci Honda. D'Agostino, accorciate distanze con Italia, non solo con Europa.

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porto di trieste Primo corridoio doganale europeo
Il trasporto intermodale di container al porto di Trieste su ferrovia.

Il Porto di Trieste amplia il proprio raggio d’azione come “perno intermodale” per favorire iltrasporto merci via ferrovia dal lontano oriente all’Abruzzo lungo la dorsale Adriatica presentando nello scalo giuliano il nuovo servizio che lo collega all’interporto di Manoppello (Pescara), scelto da Honda Italia per il trasporto di componentistica in arrivo dall’Asia e destinato allo stabilimento di Atessa in Val di Sangro, dove si allestiscono ciclomotori in vendita in Europa.

Il servizio è stato inaugurato a metà ottobre e nei giorni scorsi è stato raddoppiato, passando da una a due circolazioni settimanali. Si tratta di un convoglio esclusivamente dedicato a HondaItalia, che trasporta una quarantina di contbainer a tratta, coprendo la distanza in 12 ore circa, con tempi dimezzati rispetto al trasporto su gomma, togliendo circa 70 camion dalla strada ognisettimana.

Il servizio si svolge in collaborazione con l’azienda ferroviaria abruzzese Sangritana e la società controllata del Porto di Trieste Adriafer che gestisce le operazioni di manovra dei convogli ferroviari in coordinamento con il terminal container del Molo VII, gestito a sua volta da Trieste Marine Terminal.

«Grazie ai treni – ha affermato il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare AdriaticoOrientale, Zeno D’Agostino – il nostro porto crea relazioni e accorcia le distanze non solo verso l’Europa, ma anche verso l’Italia. Con questo collegamento lo scalo estende la propria area d’influenza lungo la dorsale adriatica. Ma soprattutto, insieme ai partner, con questo progetto abbiamo dimostrato come la ferrovia può e deve essere sempre più la soluzione per una logistica sostenibile».

L’intento, spiega l’Autorità portuale, è promuovere l’iniziativa con un ulteriore treno aperto, rivoltoanche ad altre imprese per ampliare il numero di connessioni settimanali. La stessa Honda è interessata ad allargare ad altri clienti il servizio.

I collegamenti dello scalo triestino verso l’Italia coprono 5 regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Marche e Abruzzo) con 15 servizi a settimana. Dopo le difficoltà riscontrate nel settore logistico a causa della pandemia – ha ricordato Marcello Vinciguerra, direttore generale di HondaItalia industriale, «abbiamo deciso di collegare direttamente le navi madre dall’Asia all’Italia attraverso Trieste» e non più attraverso il “transhipment” nel Pireo. Il nuovo servizio «ci consente di consegnarecirca 1.200 container in un anno, dimezzare il costo della logistica a terra e conseguire un beneficio a livello di impatto ambientale».

E’ un accordo «innovativo», ha concluso Alberto Amoroso, amministratore unico di Sangritana: «la linea esisteva, ma non era utilizzata in questa direzione. Adesso abbiamo iniziato con Honda, cerchiamo di valorizzare ulteriormente il Porto di Trieste e la possibilità di far arrivare le merci attraverso la dorsale adriatica». Anche se forse potrebbe essere più ideale fare arrivare le navi allo scalo di Ancona, tale da ridurre il tempo di navigazione e di consegna ferroviaria.

D’Agostino pensa anche a quanto sta accadendo in Cina con il rallentamento delle attività portualicausa la recrudescenza della pandemia da Covid: «c’è timore per il blocco della produzione in Cina causa Covid: se la cosa va avanti così, faremo settimane in tutti i porti del mondo, non solo a Trieste, con numeri più bassi rispetto quelli a cui siamo abituati. Si aggiunge il fatto che non è un momento economico positivo» e ne risente anche la catena logistica. «Gli effetti si dovrebbero vedere a fine febbraio».

Intanto nel 2022 il porto di Trieste ha registrato un andamento positivo: «abbiamo fatto il record sui container, il record sui “Ro-Ro” – ha detto D’Agostino – ed è possibile anche un record per quanto riguarda i treni, anche se al momento non ho ancora il dato. Va giù abbastanza invece il petrolio, ma solitamente non ci preoccupa molto, non ci dovrebbero essere effetti sul territorio».

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