Famiglie in crisi: spendono di più, ma consumano meno

Cresce il consumo di cibi a basso costo e di marca dei distributori. Crolla potere acquisto.

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Le famiglie in crisi sempre di più: la spesa cresce ma si consuma di meno e, addirittura, sotto il peso dell’inflazione e del caro bollette si risparmia anche sul cibo. E’ quello che sta succedendo alle famiglie italiane costrette in qualche modo a fronteggiare tutti gli effetti della recente crisi economica.

A delineare i contorni di una situazione che suscita una generale ondata di preoccupazione è stato l’Istat che ha diffuso gli ultimi dati sulle vendite al dettaglio relative al mese di novembre 2022 dove, rispetto ad ottobre, le vendite sono leggermente aumentate sia in valore sia in volume(rispettivamente dello 0,8% e dello 0,4%), ma a livello tendenziale, a fronte di un incremento del 4,4% in valore, c’è stato tuttavia un calo dei volumi pari al 3,6%. Un dato negativo, quest’ultimo, causato soprattutto dal crollo del 6,3% dei volumi di alimentari venduti.

Secondo l’Unione nazionale consumatori, il rialzo delle vendite è solo un effetto ottico che dipende dall’inflazione e il crollo dei volumi delle vendite alimentari dimostra che gli italiani sono «a dieta forzata».

Assoutenti fa i conti sugli effetti per i bilanci delle famiglie: alla luce delle ultime rilevazioni dell’Istat, la spesa alimentare si riduce di 355 euro annui per la famiglia “tipo” e di 484 euro per un nucleo con due figli, se non si considera l’effetto inflazione.

I calcoli del Codacons mostrano invece che al netto del carovita, a novembre le vendite al dettagliosono diminuite in volume del 3,6%, equivalente ad una minore spesa pari a 1.053 euro annui a famiglia, -27,1 miliardi di euro considerata la totalità delle famiglie residenti in Italia.

A detta delle associazioni consumeristiche si tratta di «una situazione pericolosissima destinatapurtroppo a peggiorare nelle prossime settimane, quando sui prezzi al dettaglio si faranno sentire gli effetti del carobenzina e il rialzo delle accise sui carburanti».

Insoddisfazione generalizzata anche da parte dei commercianti pensando soprattutto alle sorti di negozi di piccole dimensioni, che nel solo mese di novembre hanno perso volumi di vendite per un totale del 6% rispetto a un anno prima (a fronte di un +1% registrato invece dalla grande distribuzione).

Confesercenti auspica che il Governo prosegua con decisione sulla strada dei sostegni a famiglieed imprese, a partire dalle misure fiscali, poiché «tutelare la domanda interna è prioritario per la tenuta dell’economia in questa fase delicata».

Confcommercio osserva come «le perdite di reddito e l’erosione del risparmio accumulato generate dall’inflazione abbiano costretto le famiglie in crisi a comportamenti selettivi nei confronti dei consumi».

Evidenza, questa, confermata anche dall’analisi di Coldiretti secondo cui la situazione di difficoltà è palese visto che volano gli acquisti di cibo a basso costo con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del 10,3% nelle vendite in valore. Un risultato che evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che hanno speso quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevandenel 2022. Tra le categorie di prodotti che hanno pesato di più sugli aumenti nel carrello ci sono la verdura che precede sul podio pane, pasta e riso e poi carne e salumi.

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