Carburanti prezzi boom, in autostrada il gasolio verso 2,5 euro

Consumatori: «Meloni se ci sei batti un colpo». Sul gasolio tasse più alte d’europa a 0,958 euro al litro.

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L’eliminazione del taglio delle accise sui carburanti di 30 centesimi al litro deliberato dal governoDraghi allorquando il presso alla pompa aveva superato con decisione la soglia psicologica dei 2 euro al litro deciso dal governo di Giorgia Meloni si sta trasformando in un boomerang politico ed economico, visto che i prezzi dei carburanti sono nuovamente tornati a crescere e quelli erogatisulla rete autostradalegravati dall’aggio feudale estorto dai concessionari autostradali – sononuovamente ben sopra i 2 euro al litro.

Il Codacons rileva prezzi verso i 2,5 euro al litro in autostrada, con picchi “anomali” nelle isole Eolie o in Sardegna dove far arrivare la benzina costa di più.

I prezzi in autostrada sono da estorsione: in modalità servito, la verde arriva a costare 2,392 euro al litro sulla A1 Roma-Milano, e il gasolio viaggia verso 2,5 euro al litro (2,479 euro). Una situazione già all’attenzione del governo: nei giorni scorsi infatti il ministro dell’Ambiente e della sicurezzaenergetica, il forzista Gilberto Pichetto Fratin, aveva bollato come «speculazione» un livello di prezzo di benzina e gasolio oltre i due euro, annunciando inoltre che nel caso il livello fosse rimasto strutturalmente sopra quella soglia l’esecutivo sarebbe stato pronto a intervenire nuovamente.

Da inizio 2023, nonostante quotazioni del petrolio in deciso ribasso, sulla rete italiana deidistributori di carburante fioccano gli aumenti. Questo ha spinto oggi i consumatori in coro a chiedere rapidamente un nuovo intervento: «Meloni se ci sei batti un colpo».

Il Codacons segnala ancora rialzi per i prezzi di benzina e gasolio: «i prezzi dei carburanti sembrano fuori controllo, e dopo lo stop al taglio delle accise si assiste a forti incrementi dei listini alla pompa in tutto il territorio, la cui entità non sembra in alcun modo giustificata dall’andamento delle quotazioni petrolifere – afferma il presidente, Carlo Rienzi -. Per tale motivo abbiamo presentato un esposto a 104 Procure di tutta Italia e alla Guardia di finanza, chiedendo di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati».

«Il confronto europeo dimostra come gli automobilisti italiani paghino lo scotto di una tassazione abnorme che porta i listini alla pompa ai livelli più alti d’Europa – afferma il presidente di Assoutenti,Furio Truzzi -. Ci chiediamo se il premier Meloni abbia contezza di tali numeri e se intendaintervenire per evitare una nuova emergenza economica che avrà inevitabili pesanti effetti diretti e indiretti per famiglie e imprese».

Allarme inflazione da Consumerismo: «il rialzo della tassazione sui carburanti, insieme con l’aumento dei prezzi industriali di benzina e gasolio, avrà conseguenze pesanti per le famiglieitaliane – spiega il presidente, Luigi Gabriele -. La corsa di benzina e gasolio rischia infatti di innescare rincari a cascata con effetti sui prezzi al dettaglio stimati tra un +0,3% e un +0,6%».

Il mancato rinnovo del taglio – peraltro sempre richiesto da Meloni e Salvini dalle filadell’opposizione – delle accise non solo ha fatto schizzare al rialzo i prezzi alla pompa, ma hariportato l’Italia tra i paesi più cari d’Europa sul fronte dei carburanti, con pesanti ripercussioni negative anche sull’appetibilità turistica della destinazione Italia, visto che gli ingressi nel Belaese avvengono per oltre l’80% a bordo dell’automobile.

Attualmente, l’Italia, con una media di 1,891 euro al litro al fai da te, occupa la terza posizione in Ueper il prezzo più alto del gasolio, dietro solo a Svezia e Finlandia, mentre è al quarto posto per labenzina (1,827 euro/litro) – analizza Assoutenti -. Prima del rialzo delle accise l’Italia era al dodicesimo posto in Europa per il diesel, al decimo per la benzina. Se si considerano solo le imposte, l’Italia occupa il primo posto in classifica per la tassazione sul gasolio, con ben 0,958 euro di tasse su ogni litro di diesel, quando questo carburante che muove l’economia dovrebbefruire di una tassazione decisamente più ridotta, anche semplificando i barocchi meccanismi disconto applicati solo per gli autotrasportatori con mezzi oltre le 7,5 tonn di portata a terra, penalizzando tutti gli altri. Rispetto alla media europea, gli italiani pagano un litro di benzina 24,8 centesimi di euro in più, 24,2 centesimi il gasolio.

Il governo Meloni ha fatto un clamoroso errore nel non rinnovare e rendere strutturale il tagliodelle accise sui carburanti, ricercando risorse alternative dal taglio agli sprechi della spesa pubblica centrale e locale. Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico.

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