Il Trentino rischia di perdere parte delle Olimpiadi Invernali 2026 legato alle gare di pattinaggio su ghiaccio velocità che dovrebbero disputarsi sul centro federale di Miola di Baselga di Piné perché a tre anni dall’assegnazione dell’evento olimpico nel 2019 le ruspe tanto care al ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, Matteo Salvini, devono ancora iniziare a muovere un pugno di terra e la scadenza del Cio per avere la struttura funzionale è fissata per il 2025.
Stante questa situazione che ha visto l’Autonomia speciale del Trentino guidata dal leghista Maurizio Fugatti dare una pessima prova, il Coni e lo stesso Cio sarebbero propensi a ripiegare sull’impianto di Torino, realizzato per le Olimpiadi invernali del 2006, pienamente funzionale per le esigenze dell’evento olimpico che abbisogna solo di pochi lavori di aggiornamento. E Torino sembrerebbe destinataria anche delle gare di bob previste ancora a Cortina, dove la ristrutturazione della storica pista “Monti” si preannuncia più costosa del previsto. Anche qui, starebbe prevalendo lo scenario di riutilizzare l’impianto torinese che abbisogna di pochi aggiornamenti, salvo essere stato sostanzialmente abbandonato subito dopo lo svolgimento delle Olimpiadi invernali 2006.
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Tornando all’impianto trentino, le scelte dei vertici sportivi sarebbero praricamente fatte e attendono solo l’indorazione dell’amarissima pillola per gli amministrtori locali che sull’ospitare uno dei più prestigiosi eventi dell’appuntameto olimpico ci contavano parecchio. Anche perché con lo spostamento a Torino e il mancato adeguamento dell’impianto di Miola, il Trentino rischia di perdere anche la qualifica di centro federale, con tutto quel che ne consegue.
Insomma, ancora una volta l’incapacità gestionale dei vertici dell’Autonomia trentina si riverberano in una pesante sconfitta nell’immagine – il Trentino perderà la ribalta internazionale connessa con l’evento olimpico – e nella sostanza, visto che l’evento olimpico avrebbe coperto gran parte dei costi necessari per la riqualificazione dell’impianto di pattinaggio su ghiaccio di Miola, anche se i costi sono decisamente aumentati rispetto alle previsioni iniziali, passando da 30 a quasi 60 milioni di euro, complici le tensioni internazionali.
Così, il Trentino di Fugatti & C. rischia di lasciare una pessima eredità ai posteri – ad ottobre 2023 si vota anche in Trentino per il rinnovo del governo provinciale e regionale – e inficiare quella vulgata di buon governo che aveva rilanciato solo pochi giorni fa lo stesso leader leghista Salvini salito in Trentino per visionare l’unico cantiere aperto durante la legislatura. Un buon governo, quello del leghista Fugatti, che va a braccetto solo con la parola fallimento.
Per evitare che l’incapacità della politica trentina si traduca in una forte penalizzazione per lo sport trentino che sull’impianti di pattinaggio su ghiaccio di Miola ha forgiato numerosi campioni nazionali e internazionali, scende in campo la Fisg, Federazione dello sport ghiaccio.
«Le Olimpiadi rappresentano un grandissimo impegno, ma anche un’eccezionale valorizzazione dei territori in cui si svolgono – scrive in un’accorta nota Paolo Deville, presidente Comitato Trentino FISG, nota firmata da altri 30 sportivi -. In questo caso, si accenderebbe un riflettore unico anche sulle realtà sportive del ghiaccio, una possibilità di visibilità internazionale senza eguali con ricadute sullo sviluppo di tutto il movimento a livello territoriale oltre che nazionale, con la risistemazione – nel modo che auspichiamo più sostenibile possibile a lungo termine – e rilancio di strutture che rappresentano una risorsa per lo sport e il turismo sportivo locale».
Per Deville «vediamo la rinuncia tout court come una grande occasione mancata, e non solo per il pattinaggio di velocità, una disciplina di grande tradizione che con gli atleti del nostro territorio ha sempre dato lustro all’Italia, ma per tutto lo sport trentino. Per quanto ci riguarda, le associazioni e i volontari del ghiaccio hanno già dimostrato di saper lavorare insieme per i grandi eventi: ci auguriamo quindi sia fatto tutto il possibile, e se necessario anche l’impossibile, agli altri livelli per mantenere l’altopiano di Piné tra i grandi protagonisti dell’Olimpiade 2026».
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