Anche l’autotrasporto italiano fa i conti con i rincari di inizio anno che, con puntualità svizzera, tornano ogni anno.
«Stangata pedaggi, stangata assicurazioni e stangata accise. L’anno nuovo inizia con una triplice brutta notizia per gli autotrasportatori italiani. Percorrere le autostrade del nostro Paese dal primo gennaio costa infatti mediamente di più, e in alcuni casi molto di più – tuona Cinzia Franchini,presidente di Ruote Libere, associazione indipendente dell’autotrasporto -. Penso al tratto Piacenza-Brescia, del Gruppo Gavio, dove si è assistito a un aumento superiore al 9% o al tratto Torino-Milano sulla A4 dove l’aumento è stato superiore al 4% così come sulla A33 Asti-Cuneo. E ancora: costano di più le assicurazioni in un contesto nel quale aumentano i veicoli non assicurati, mentre l’eliminazione del taglio sulle accise ha riportato il gasolio a un prezzo vicino ai 2 euro. Punire in questo modo un settore già compromesso come quello dell’autotrasporto credo sia inaccettabile».
Secondo Franchini «parliamo peraltro di aumenti che poco hanno a che vedere con dinamiche dimercato e proprio per questo risultano ancor più odiosi. L’incremento dei pedaggi non va di pari passo con una puntuale manutenzione e con investimenti adeguati alla rete autostradale e ilcosto in impennata del gasolio, coincidente alla eliminazione della riduzione sulle accise, è per stessa ammissione del ministro Pichetto Fratin, una speculazione».
Qui si apre un serio tema rispetto alle politiche messe in campo dal governo Meloni. «Le risorsestanziate nella manovra di Bilancio per cercare di ridurre il caro bollette, alla prova dei fatti, sembrano essere state trovate spremendo gli utenti della strada, in primis proprio i camionisti che più di tutti percorrono la rete viaria italiana e che, nella metà dei casi, non hanno nemmeno diritto al famoso rimborso ordinario sulle accise, essendo in possesso di mezzi pre-Euro 5 o di mezzi la cui massa è inferiore alle 7,5 tonnellate – commenta Franchini -. L’impressione è quella di un esecutivodistratto, poco attento nel comprendere quelle che sono le reali necessità di un settore vitale per l’economia italiana com’ è quello dell’autotrasporto».
Franchini ricorda agli esponenti del governo Meloni le promesse da loro fatte quando eranoall’opposizione: «è triste ricordare come la stessa premier Meloni (così come il ministro ai Trasporti e Infrastrutture Salvini) poco più di tre anni fa, da leader del suo partito, si fosse spesa promettendouna progressiva abolizione delle accise, a conferma della piena consapevolezza che ha del problema. Eppure il suo Governo si è distinto proprio per avere eliminato, tra le prime misure adottate, la riduzione del peso di queste imposte sul carburante, tra le più alte d’Europa. D’altro canto, lascia sbigottiti un ministro che ammette candidamente la presenza di una speculazione in atto sul costo del carburante, ma non fa nulla per porvi rimedio».
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