Vertice nella sede di autostrada del Brennero assieme agli amministratori della concessionaria (scaduta) e ai presidenti delle province di Trento e di Bolzano con il ministro alle Infrastrutture e trasporti, il leghista Matteo Salvini, per fare il punto sulla proposta di finanza di progetto per l’affidamento della concessione dell’autostrada del Brennero, su cui Salvini ha confermato la volontà di accelerare, per fare in modo che gli oltre 7 miliardi di investimenti previsti diventino opere, cantieri e soprattutto lavoro, in Trentino Alto Adige come a Verona, Mantova, Emilia Romagna, anche attraverso i due nuovi tratti autostradali previsti, Cispadana e Campogalliano-Sassuolo.
Una posizione quella di Salvini che è l’ennesima giravolta del leader leghista che, all’opposizione, tuonava sempre contro i concessionari e i pedaggi da strozzo per gli utenti, specie in presenza di cantieri eterni che annullano qualsiasi vantaggio dell’autostrada per gli utenti rispetto alal rete stradale ordinaria.
Poi, non si capisce perché in Italia, a differenza di quanto è accaduto in Spagna, non si provveda a liberalizzare le tratte autostradali a fine concessione, a vantaggio di tutti gli utenti e per migliorarela competitività dell’economia nazionale, con particolare riguardo a quella turistica. Salvini, da post leghista, dovrebbe spiegare perché un governo che si propone di cambiare e di uscire da decenni di consociativismo politico ed economico delle maggioranze di centro sinistra non abbia il coraggio di cambiare anche in tema di gestione delle autostrade, che continuano a rimanere un feudo economico in mano a pochi noti che accumulano utili da capogiro a danno degli utenti.
Oltre la sede di Autobrennero, Salvini ha visitato anche l’unico cantiere stradale attivo in Trentinonei quattro anni di governo leghista dell’Autonomia trentina, per altro avviato dalla precedentemaggioranza di centro sinistra autonomista, quello della variante Loppio-Busa, dove è in corso di realizzazione un’opera concepita all’insegna della peggiore ideologia ambientalista, con una galleria principale in pendenza costante del 5% con una corsia di marcia discendente e due in salita, affiancata da un tunnel di sicurezza.
Il tutto quando sarebbe stato più logico realizzare, come accaduto anche per la variante di Mori, un’opera a doppia canna ciascuna a doppia corsia,separando i flussi di traffico. Ma per l’allora centrosinistra al governo giammai una superstrada si sarebbe mai dovuta realizzare per collegare l’alto Garda con la valle dell’Adige per risolvere gli storici incolonnamenti che caratterizzano ogni fine settimana – e ogni giorno dalla primavera all’autunno inoltrato – i circa 30 chilometri di viabilità. Progetto che la nuova giunta leghista non ha avuto il coraggio di modificare per correggere la stortura ideologica che avrebbe consegnato ai posteri un’opera più efficiente e sicura.
Il presidente trentino, Maurizio Fugatti, ha ringraziato per la disponibilità Salvini e l’attenzione rivolta ai progetti che riguardano il territorio, a partire da autostrada del Brennero e i progetti di realizzazione delle varianti ferroviarie della linea del Brennero per gli attraversamenti di Trento, Bolzano e Rovereto.
«Siamo ad un punto importante – ha detto il presidente altoatesino Arno Kompatscher riguardo all’iter della concessione -. In questi mesi si procederà con il dibattito pubblico sui territori per poter andare alla pubblicazione della gara. L’idea è quella di gestire un “Corridoio verde” nell’ottica della sostenibilità dei flussi di traffico, sfruttando gli assi ferroviario e stradale in modo innovativo, moderno e sostenibile».
Salvini ha “benedetto” anche la possibile ricandidatura di Fugatti alla guida del Trentino alleelezioni regioanli e provinciali del prossimo ottobre, affermando che «squadra che vince non si cambia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il buon lavoro di Maurizio sarà, se i Trentini lo vorranno, buon lavoro anche nei prossimi 5 anni». Probabilmente Salvini non si è ancora accorto che i risultati del buon lavoro di Fugatti in Trentino al voto alle politiche dello scorso settembre hanno visto la Lega passare dal 27,09% dell’ottobre 2018 all’8,49% delle politiche 2022, più che doppiata da Fratelli d’Italia al 18,68%.
Difficile dire, basandosi sui fatti reali, che Fugatti abbia fatto un buon lavoro per il Trentino, quando la gestione dell’economia è stata fallimentare e quella dei servizi – ad iniziare da quelli sanitari – pure peggio. E le voci che vogliono un cambio della guardia alla guida delcentrodestra sono sempre più forti, anche perché Fratelli d’Italia pare decisamente pocopropensa a farsi rappresentare da un soggetto perdente, privo di empatia e di capacità ditrascinamento, risultato eletto solo perché nel 2018 Salvini era all’apice del suo successo, che ora è solo un ricordo da affogare nei mojito.
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