Registro dei crediti di carbonio: nuovo mancato varo

La proposta inserita nella Finanziaria 2023 è stata cassata a causa del conflitto tra enti istituzionali, Ispra e Crea. De Bettin: «peccato ma non tutto è perduto. Il governo colga l’occasione del prossimo decreto “Milleproroghe”». Bussone: «nuovo danno alla montagna».

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Registro dei crediti di carbonio

A causa dei conflitti interni tra diversi organismi statali, ministeri di ambiente, sviluppoeconomico e agricoltura, e molto probabilmente anche tra ISPRA e CREA, nella Finanziaria 2023non ci sarà l’istituzione dell’attesoRegistro dei crediti di carbonio generati da progetti forestalirealizzati sul territorio nazionale e impiegabili su base volontaria per compensare le emissioni in atmosfera”.

Uncem (l’Unione nazionale Comuni e Comunità Enti montani) «lo chiede con forza e determinazioneda almeno tre anni. Era già nel ddl Montagna varato ad aprile dal Governo Draghi. Non ha costi. Ma a qualcuno dà fastidio per il solo fatto che esista e che CREA debba occuparsene. Solite storie negative italiane. I danni sono per noi» afferma Marco Bussone, presidente nazionale Uncem.

Bussone ricostruisce il complesso iter di istituzione del Registro «che era stato annunciato dal ministero dell’Agricoltura nella legge di bilancio 2023. Emendamento votato, proposto da Uncem, portato dalla maggioranza in Finanziaria, e ora, alla vigilia del voto definitivo al Senato, il comma è saltato. Volato via per scontri stupidi tra apparati, tra pezzi dello Stato. Roba ridicola che fa male ai territori, a chi attorno ai crediti volontari ci sta già lavorando e ci crede veramente, a vantaggio delle comunità e nel quadro del testo unico forestale, della strategia forestale. Si sta perdendo tempo. E siamo molto preoccupati».

Per Uncem «la partita del mercato volontario dei crediti affidata al CREA avrebbe futuro. Se ci si perde negli scontri tra ministeri, le questioni forestali che abbiamo portato avanti, reso tra le più all’avanguardia d’Europa, si perdono in filosofia, conservazione, tutele spinte. Altro che tagli e CO2 assorbita con una buona gestione. Uncem continuerà a lavorare e a insistere affinché chi di foreste poco sa, nei Ministeri come nelle strutture di sottogoverno, lasci fare ad altri».

Sulla bocciatura del provvedimento interviene anche Francesco De Bettin, ideatore dei crediti di carbonio forestali ed urbani assieme all’ex deputato Dario Bond. «La bocciatura dell’istituzione del Registro dei crediti di carbonio all’interno della Finanziaria 2023 non è un danno irreparabile. Si può rimediare, se il governo Meloni lo vuole, utilizzando il prossimo decretoMilleproroghe”, inserendo in questo provvedimento l’istituzione del Registro che ha vantaggi per tutti: per lo Statoche non gli costa nulla, ma che invece gli assicura nuovo gettito fiscale, per la montagna che può avere nuove importanti entrate finanziarie per assicurare lo sviluppo ed evitare lo spopolamentoe per le stesse aziende che possono acquistare crediti a quotazioni calmierate, decisamente inferiori rispetto a quelle del mercato finanziario internazionale, soggetto a forti speculazioni».

Critico anche l’ex deputato Bond: «il Registro è finito nella classica baruffa tra poteri dello Stato, evidenziando la solita incapacità di cogliere l’interesse pubblico maggiore che è quello della montagna e dei territori disagiati del Paese, oltre a realizzare una seria politica di mitigazioneambientale. Spero che il governo Meloni sappia rapidamente porre rimedio alla vicenda».

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