Consorzio italiano compostatori: da rifiuti e sfalci possibile produrre 5 mld biogas

Centemero: «per centrare il risultato serve il potenziamento della raccolta differenziata e il potenziamento degli impianti di trattamento». 

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Consorzio italiano compostatori

Contro la crisi energetica, il biometano potrebbe essere un formidabile salvagente, per di più ad impatto zero e con costi ridotti, salvaguardando anche l’ambiente: lo ha affermato il Consorzio italiano compostatori nella Giornata del Suolo, secondo cui dai rifiuti e dagli scarti agricoli, è possibile produrre 5 o 6 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Ma bisogna fare bene la raccolta differenziata, e aumentare il numero di impianti che fanno compostaggio.

Il Consorzio italiano compostatori, che raccoglie le imprese del settore, ha organizzato un convegno a Roma per spiegare come il compostaggio possa aiutare il Paese. Fornendo non solo fertilizzante naturale e di produzione nazionale per rivitalizzare i terreni italiani impoveriti, risolvendo anche parte dei problemi di approvvigionamento dall’estero a prezzi decisamente cresciuti, ma anche biometano a chilometri zero ed emissioni zero.

Se in tutta Italia si facesse la raccolta differenziata come si deve, ha spiegato il direttore del Consorzio italiano compostatori, Massimo Centemero, dai rifiuti organici si potrebbe produrre 1 miliardo di metri cubi all’anno di biometano. A questo si potrebbero aggiungere altri 4 o 5 miliardi di metri cubi dal compostaggio delle biomasse agricole. Una quantità non indifferente, rispetto a un consumo nazionale annuo di 70 miliardi di metri cubi. A queste si potrebbero aggiungere quelli prodotti dal trattamento dei fanghi di depurazione urbana.

Tanto per dare un’idea, dall’aumento delle estrazioni nazionali di gas fossile, deciso dal governo a seguito della crisi energetica, ci si attende che la produzione passi da 3 a 5 miliardi di metri cubi. Ma per arrivare a questo risultato, la strada non è breve. Oggi in Italia si producono appena 120 milioni di metri cubi di biometano all’anno. Con i nuovi 52 impianti in costruzione nel paese (molti finanziati con i fondi del Pnrr), si potrà salire in due o tre anni a 300350 milioni di metri cubi all’anno.

Gli impianti di compostaggio mancano soprattutto al Sud, ed è dal Mezzogiorno che è arrivata la maggior parte delle richieste di fondi Pnrr per nuove strutture. Ogni anno in Italia si trattano 7,9 milioni di tonnellate di spazzaturaumida“, e se ne ricavano 2,2 milioni di tonnellate di compost. Questo permette di risparmiare ogni anno l’emissione in atmosfera di 4,4 milioni di tonnellate di CO2, e l’utilizzo di 60.000 tonnellate di fertilizzanti chimici. Una tonnellata di compost sequestra da 78 a 130 chili di CO2.

Il settore del compostaggio dei rifiuti in Italia ha un fatturato complessivo di 737 milioni di euro, e dà lavoro a 12.500 addetti. Il Consorzio italiano compostatori chiede ora di inserire nella nuova Pac nazionale incentivi per gli agricoltori che utilizzano il compost, e di adottare un sistema di crediti di carbonio (sul modello dell’Ets) per chi restituisce sostanza organica nel suolo.

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