In Italia esiste un’iniquità quasi sempre sottovalutata e sottaciuta: l’iniquità delle tasse per cui sul 12,98% dei contribuenti “colpevoli” di guadagnare più di 35.000 euro lordi all’anno grava il 51,08% dell’intero carico fiscale Irpef di oltre 278 miliardi, cittadini che quasi sempre non fruiscono di alcuna esenzione o bonus, con il risultato che oltre a pagare gran parte dei servizi pubblici, quando essi ne debbono fruire devono ripagarli un’altra volta.
Si tratta di una situazione che sindacalisti e politici fanno finta di non vedere, visto che in Italia la gara è sempre verso l’appiattimento e al ribasso, dove il merito, la responsabilità e il guadagno sono altrettante bestemmie. Così come è un peccato l’evasione fiscale, ma alla fine si finisce per capirla e anche giustificarla.
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Secondo l’indagine condotta da Itinerari previdenziali in collaborazione con la Cida, la soglia dei 35.000 euro di guadagno lordo – pari a circa 2.500 euro netti al mese: tutt’altro che guadagni da nababbo – costituisce anche il margine del baratro dell’iniquità delle tasse, dove da lì in su scatta l’escalation del prelievo fiscale sui denari faticosamente guadagnati. Sotto la soglia stanno circa il 79% degli italiani che guadagnano fino a 29.000 euro cui corrisponde solo il 27,57% dell’intera Irpef versata. Sono solo 5 milioni gli italiani che guadagnano più di 35.000 euro, tant’è che il 13% dei contribuenti versa il 60% dell’intero gettito fiscale sui redditi.
Sono mosche bianche coloro che guadagnano più di 100.000 euro, 1,1%, il che fa presumere che in Italia ci sia la gara trasversale ad evadere largamente il carico fiscale legittimamente spettante. Parimenti, è difficile credere che oltre il 40% degli abitanti del Belpaese sia così scannato da dichiarare redditi lordi inferiori ai 1.000 euro al mese.
La questione fiscale è un tema da affrontare il più presto possibile, sia per dare respiro a chi le tasse le paga, e tanto, sia per semplificare il sistema, tagliando anche la selva di deduzioni ed esenzioni, finendo per tagliare l’iniquità delle tasse e per pagare di meno tutti, ma tutti un po’ di più, anche nelle fasce di reddito più basse proporzionalmente alla loro capacità, almeno un uno-due per cento rispetto all’odierno 0,12%, mettendo un tetto massimo all’esproprio fiscale attorno al 30%. In questo modo, probabilmente, tante attuali evasioni avrebbero meno incentivi a nascondersi, a vantaggio del gettito tributario complessivo.
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