Immatricolazioni a novembre: bene le moto, maluccio le auto

Ancma: «novembre positivo, immatricolazioni +35%». Le auto in ripresa a +14,7%, ma l’uscita dalla crisi è ancora lontana. 

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mercato delle moto

Immatricolazioni a novembre a doppia velocità per moto e auto, con le prime a gonfie vele, mentre le seconde continuano il lento cammino di recupero, ma insufficiente a riportare il mercato alla normalità.

Quanto alle moto, dopo il +26% di ottobre 2022, le immatricolazioni mensili a novembre di ciclomotori, scooter e moto fanno segnare un altro aumento a doppia cifra a +35% sullo stesso periodo dell’anno scorso.

«La disponibilità di prodotto consente finalmente di misurare il reale peso specifico del mercato – commenta il presidente di Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori dei costruttori, Paolo Magri -. Il futuro non è esente da incertezze, ma di fronte a un sostanziale superamento dei problemi di approvvigionamento, i numeri di oggi descrivono in modo concreto il ruolo centrale delle due ruote nel mercato della mobilità e in quello più legato all’utilizzo per passione».

Cresce di più di un terzo (35,12%), rispetto al 2021, il mercato due ruote del mese di novembre, raggiungendo 16.476 veicoli venduti. A fare da traino gli scooter, che per il secondo mese consecutivo segnano un incremento a doppia cifra (+42,52%), corrispondente a 8.692 mezzi immatricolati. Seguono le moto con una crescita del 30,75% e 6.403 veicoli targati; in territorio positivo anche i ciclomotori, che ottengono un incremento del 15,28%, pari a 1.381 unità immesse sul mercato.

Il bilancio positivo degli ultimi due mesi consente al mercato totale di consolidare la parità rispetto all’anno precedente: +0,85% e 282.593 veicoli registrati. Recuperano qualche punto percentuale anche gli scooter, che tuttavia rimangono in negativo, con un calo del 5,3% e 139.338 unità registrate. Il mercato moto targa invece 122.966 veicoli e cresce del 6,48%; in linea con il dato mensile il cumulato annuo dei ciclomotori, che segnano una crescita del 15,37% pari a 20.289 unità.

Vigorosa la crescita anche per il mercato degli elettrici a novembre, sospinto dalla disponibilitàdegli incentivi statali: 1.503 le unità vendute, corrispondenti a un incremento dell’83,29%. Per quel che riguarda il cumulato annuo degli elettrici, il mercato supera la quota delle 15.000 unità, con 15.739 veicoli venduti e un incremento del 58,6%. Gli scooter coprono i due terzi del mercato elettrico, con 9.416 unità immatricolate e una crescita del 62,93%.

Quanto alle immatricolazioni auto, a novembre 2022 continua il lento cammino di recupero, con una crescita del 14,7% con 119.853 unità registrate. Con il dato di novembre il consuntivo dei primi undici mesi del 2022 tocca quota 1.211.769 riducendo la contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (che a fine luglio era del 20,3%) all’11,6%, ma con ancora un calo del 31,8%rispetto allo stesso periodo del 2019.

In Italia il mercato arranca causa una politica incerta e ondivaga, con forti incentivazioni per le auto elettriche e ibride che non trovano il gradimento dei consumatori a causa dei prezzi ancora troppo elevati, i vincoli di utilizzo, il costo elevato del pieno di energia e incertezza sul futuro valore del veicolo a seguito dei prossimi cambi tecnologici delle batterie.

Inoltre, c’è la questione degli scenari strategici, dove il governo Meloni non ha ancora invertito la tendenza impostata dal governo Draghi, che si è allineato a prescindere alla scelta europeadell’elettrificazione della mobilità legandosi a tripla mandata al monopolio cinese dei materiali strategici per la produzione delle batterie, andando a privilegiare la produzione e tecnologia nazionale che punta sui biocarburanti sostenibili da utilizzare sui motori termici già in circolazione, che riescono ad abbattere realmente fino al 90% le emissioni, risultato ben maggiore di quello riscontrato dalle auto elettriche, dove pesa l’impatto ambientale legato alla produzione delle batterie e dell’energia.

Poi, c’è la questione irrisolta dell’eccessivo carico fiscale sulla mobilità privata, specie dell’auto aziendale, che penalizza la competitività del settore auto e delle stesse aziende. Se il governo Meloni spostasse i contributi oggi previsti per l’auto elettrica sulla deducibilità completa dell’auto aziendale, il mercato auto avrebbe un migliore impulso alla ripresa delle immatricolazioni, con vantaggi al rinnovamento del parco auto nazionale decisamente obsoleto e anche per il gettito fiscale legato alla migliore competitività delle aziende.

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