Giganti del web, ricavi 2021 a 1.584 miliardi, 90% del Pil Italia

Indagine Mediobanca: «è l’ultima fiammata del settore che si avvia al calo. Amazon in vetta per ricavi e occupati». 

0
775
Giganti del web

Il 2021 segna «l’ultima fiammata» dei giganti del web con un giro d’affari aggregato a quota 1.584 miliardi, pari al 90% del Pil italiano. Il 67% del fatturato delle 25 maggiori compagnie del Web e software mondiali è generato dai colossi statunitensi, il 28% da quelli cinesi e solo il 5% dai gruppi di altri paesi, tra cui l’Europa sempre più indietro.

Il dato emerge, dall’indagine annuale dell’Area studi Mediobanca sulle maggiori WebSoft, secondo cui, è sempre più evidente la contrapposizione tra Cina e Stati Uniti. Sono 11 le società americane, nove quelle cinesi, mentre, l’Europa appare solo con due società tedesche.

Il giro d’affari è sempre più concentrato, con i primi tre protagonisti, Amazon, Alphabet (Google) e Microsoft, che rappresentano la metà dei ricavi aggregati. Amazon, con 414,8 miliardi (50,9% dal commercio al dettaglio) è in prima posizione dal 2014 e concentra da sola oltre un quarto dei ricavi complessivi. Il colosso e-commerce è primo anche per numero di occupati (1,6 milioni). A fine 2021, la forza lavoro delle WebSoft contava complessivamente quasi quattro milioni di persone in tutto il mondo (+1 milioni sul 2019, di cui +810.000 da Amazon).

La pandemia – evidenzia lo studio – ha ulteriormente evidenziato il divario di velocità di crescita tra le WebSoft e le multinazionali manifatturiere. Le prime, con +50% di ricavi tra il 2019-2021 hanno accelerato, mentre, le seconde si sono fermate a un +7,6% nel triennio.

Nel 2021 in Italia i giganti del web hanno generato un fatturato aggregato di 8,3 miliardi di euro tramite le filiali situate nel paese, in gran parte al Nord, tra Milano e provincia, occupando circa 23.000 lavoratori (+4.000 rispetto al 2020). Amazon «è il principale datore di lavoro» con il maggior numero di occupati in Italia (11.911 unità nel 2021) ed è anche al primo posto per fatturato (2,8 miliardi), seguita da Ibm (1,9 miliardi) e Microsoft (975 milioni). Anche TikTok Italy rientrerebbe a pieno titolo tra i giganti WebSoft.

Sul fronte fiscale, lo scorso anno le filiali di questi colossi hanno versato al fisco italiano quasi 150 milioni per un “tax rate” effettivo del 25,1%. Considerando anche l’accantonamento per il pagamento della Digital Service Tax (l’imposta al 3% sui servizi digitali), l’aliquota salirebbe al 33,5%

Le tensioni intenzionali iniziano ad avere effetti anche sui giganti del web, che nei primi nove mesi 2022 vedono crescere solo i ricavi. Tra gennaio e settembre di quest’anno i maggiori operatori mondiali del WebSoft hanno registrato un incremento del fatturato aggregato del 9,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a fronte di una contrazione della redditività operativa (-5,5% l’Ebit) e un crollo del 42% degli utili netti.

In particolare, ogni società ha mediamente prodotto un utile netto giornaliero di 16 milioni rispetto ai 27 milioni del 2021. In calo anche la liquidità (-11,9%), pur rimanendo su buoni livelli, mentre i debiti finanziari continuano a crescere.

Il Nord America (+13,7%) tiene più di Europa e Asia, la cui crescita è limitata a una singola cifra (rispettivamente +8,2% e +6,6%), con l’America Latina in forte accelerazione (+24,9%), pur con valori ancora contenuti (1,5% del fatturato complessivo). Il ritorno alla normalità si riflette nel rimbalzo dei comparti più penalizzati dalla pandemia: “sharing mobility” (+111,6% di ricavi anno su anno) e vendite online di viaggi (+55,5%). Si ridimensionano invece i settori che avevano beneficiato dei cambiamenti nelle abitudini dei consumatori: consegna di cibo a domicilio (+27%), cloud (+21,3%) ed e-commerce (+3,8%). A livello di singoli gruppi, si registra infatti un’impennata dei ricavi delle statunitensi Uber (+99,3%), Booking (+63,5%) ed Expedia (+43,2%), mentre, calano per Activision Blizzard (-21,8%), Qurate (-14,1%), Vipshop (-13,9%) e Wayfair (-12,8%). Per quanto riguarda la redditività industriale, nei primi nove mesi del 2022, Microsoft guida la classifica per “ebit margin” (41,2%), davanti ad Adobe (35,1%), Oracle (33,4%) e Nintendo (33,0%).

Nel triennio 2019-2021 i giganti del web hannorisparmiato36,3 miliardi di tasse non pagate grazie ai risultati contabilizzati nei paesi a fiscalità agevolata. Nel 2021 circa il 30% dell’utile ante imposte è tassato in paesi a fiscalità agevolata, con un risparmio fiscale di 12,4 miliardi. L’aliquota media effettiva risulta pari al 15,4%, inferiore a quella teorica del 21,9% calcolata sui principali Paesi in cui operano. In prima linea, Tencent, Microsoft Alphabet e Meta.

Simulando l’applicazione della “Global Minimum Tax”, la tassazione minima delle multinazionali (allo studio della comunità internazionale), secondo lo studio Mediobanca, l’aliquota teorica sarebbe parial 15%, mentre, sparirebbe quella dovuta alla tassazione in paesi a fiscalità agevolata, con un extragettito di 11,5 miliardi dalla riallocazione dei diritti fiscali.

Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata. 

Telegram

https://t.me/ilnordest

Twitter

https://twitter.com/nestquotidiano

Linkedin

https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/

Facebook

https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/

© Riproduzione Riservata