Industriali BusinessEurope, manifattura europea a rischio sopravvivenza

Servono misure rivoluzionarie. No a divergenze e individualismi. 

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«La sopravvivenza dell’industria europea è chiaramente a rischio: si intravedono segni di delocalizzazione della produzione e si teme che in futuro migliaia di imprese chiuderanno, soprattutto Pmi – avverte la federazione di industriali BusinessEurope -. Abbiamo urgentemente bisogno di una soluzione rivoluzionaria a livello europeo» contro il caroenergia e perché l’Europaresti «attraente per le attività commerciali. Non si permetterà che divergenze e individualismo vincano sulla necessità di una collaborazione e solidarietà europea, Consiglio e Commissione dovranno impiegarsi più efficacemente nel promuovere questa cooperazione».

Questo l’appassionato incipit dell’appello degli industriali BusinessEurope che fa parte dell’appellosiglato a Stoccolma dai presidenti delle 40 Federazioni che fanno parte di BusinessEurope, in occasione del Consiglio di presidenza dell’associazione.

«Servono misure emergenziali rivoluzionarie sull’energia e politiche efficaci mirate a rafforzare la competitività, la crescita e l’occupazione. Le imprese – viene indicato nell’appello degli industriali BusinessEuropeesortano l’Europa a focalizzare urgentemente la propria azione sull’attuale crisi energetica, che sta seriamente aggravando il rischio di una deindustrializzazione a livello europeo. Secondo gli imprenditori, in prima battuta, serve evitare che forze divisive ed individualismi mininola solidarietà, uno dei valori fondanti dell’Unione Europea».

Nel corso del Consiglio di presidenza di BusinessEurope sono state presentate al primo ministro svedese, Ulf Kristersson e al ministro degli Affari Europei, Jessika Rosswall, le priorità che, secondo le imprese, dovranno essere in cima all’agenda politica della futura presidenzadell’Unione Europea, che a breve sarà assunta dalla Svezia. Inoltre, insieme al commissario francese Thierry Breton, i rappresentanti delle imprese europee hanno svolto alcune riflessioni sulla necessità di sostenere l’industria durante la crisi energetica salvaguardando, al contempo, il mercato unico.

La presidenza di turno svedese – sottolinea il documento – «dovrà dare risposte immediate sui rischi di carenze di forniture e prezzi dell’energia insostenibili, dare spazio normativo alle imprese ed affrontare le sfide che minano la competitività, la crescita e l’occupazione in Europa nel lungo termine».

Gli industriali BusinessEurope «esortano l’Unione Europea a concentrarsi sui propri principifondanti: pace e prosperità attraverso il commercio e l’integrazione economica. Tutto questo è fondamentale, anche alla luce della guerra in Ucraina, perché l’Europa continui a svolgere il proprio ruolo in una fase geopolitica estremamente tesa. E’ essenziale creare un contesto capace di attrarreinvestimenti in Europa, generare crescita nel lungo termine e facilitare la creazione di posti di lavoro, supportando così l’indispensabile transizione verso una società più verde e più digitale. L’Ueha urgentemente bisogno di una strategia organica che la renda più competitiva».

Il documento, tra diversi altri spunti di riflessione, si sofferma anche sull’esigenza di «una politica per il libero commercio fondato sulle regole» come «uno degli elementi essenziali di ciò che rende l’Europa un posto attraente per gli affari e gli investimenti»: l’Unione Europea «deve continuare ad essere un simbolo del commercio globale fondato sulle regole, e, allo stesso tempo, assicurarsiche anche i suoi partner commerciali rispettino le leggi internazionali. Una condizione di parità è essenziale per garantire la competitività delle aziende europee».

Gli industriali europei evidenziano quindi che «c’è preoccupazione sulle misure che gli Stati Uniti hanno adottato con l’Inflation Reduction Act. Queste misure sono incompatibili con le regole del Wto, in quanto discriminatorie verso le esportazioni delle imprese straniere e impattano gli investimenti nell’Ue. Serve una soluzione concordata, principalmente attraverso la task force dedicata e il Consiglio per il Commercio e la Tecnologia Ue-Usa, prima che questa legislazione venga attuata all’inizio del 2023. «Se non si riuscirà a trovare un accordo, altre opzioni dovranno essere considerate».

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