Il quadro dell’informazione italiana è sempre più critico, soprattutto sul fronte del giornalismo, con meno dipendenti e la crescita dei lavoratori autonomi e dei collaboratori coordinati, con gli ultimi due alle prese con una redditività decisamente bassa e professionalmente insufficiente, come fotografa il bilancio INPGI, l’ente previdenziale dei giornalisti lavoratori autonomi.
Il bilancio INPGI di assestamento 2022 e preventivo 2023 mostra la continua crescita della gestione con il conseguente aumento della riserva tecnica che nel 2023 si attesta ad 813,2 milionidi euro.
Per quanto riguarda il numero degli iscritti, alla data di redazione del bilancio, si rileva una crescitapari all’1%, passando dalle 45.767 unità risultanti alla fine dell’anno 2021 alle 46.438 unità al momento di redazione del bilancio ad ottobre 2022. I contribuenti attivi sono circa 25.000 tra liberi professionisti e CO.CO.CO.
Il tasto dolente, sempre più allarmante, è costituito dal livello dei redditi dei liberi professionistisono stati mediamente pari a 16.000 euro annui lordi, quelli dei CO.CO.CO. pari a circa 6.000 euroannui lordi. Il maggior numero dei contribuenti si colloca nella fascia di età tra i 40 e i 49 anni.
Il totale dei contributi obbligatori previsti in entrata dal bilancio INPGI per il 2023 nella misura di 55,4 milioni di euro presenta un aumento di 0,6 milioni di euro (+1,06%) rispetto ai 54,8 milioni di euro del dato assestato nel 2022.
Sul fronte dei costi previdenziali complessivi, si stima per il 2023 un importo di 12,4 milioni di euro, superiore a quanto risulta in assestamento 2022 per 0,9 milioni (+8,07%).
Riguardo le pensioni IVS, l’onere stimato risulta pari a 6,1 milioni, in aumento di 0,8 milioni rispetto all’assestamento 2022 (+15,46%). Il numero dei trattamenti pensionistici diretti alla data di redazione del bilancio è pari a 1.452 unità (+2%), mentre i trattamenti ai superstiti sono pari a 264 unità.
Risultano, inoltre, previsti oneri per le Liquidazioni in Capitale una tantum per coloro che non riescono a maturare un minimo previdenziale per un ammontare di 2,3 milioni, in linea con l’assestamento 2022.
Le prestazioni assistenziali temporanee ammontano nel preventivo 2023 a 9,7 milioni contro gli 8,9 milioni dell’assestato, in aumento di 0,8 milioni (+9,04%).
Il problema di fondo è costituito dalla redditività della professione giornalistica, con una compressione al ribasso sia dei giornalisti dipendenti – ora transitati nel calderone Inps per evitare il fallimento della gestione autonoma – che di quelli professionali, che scontano anche la maggiore incertezza reddituale.
E’ di tutt’evidenza la necessità improcrastinabile di addivenire alla definizione dell’equo compensonel giornalismo per mettere fine allo scandalo – perpetrato soprattutto dai grandi gruppi editoriali – di un articolo pagato miseri 5 euro lordi, cifra insufficiente anche per pagare il bigliettodell’autobus per seguire l’evento da raccontare, senza considerare la retribuzione del tempo impiegato per assistere l’evento e poi per raccontarlo ai lettori. Non ci si stupisca se la qualitàdell’informazione precipita poi nel pozzo nero dell’inattendibilità o, peggio, del falso.
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