Il turismo a NordEst si conferma essere un notevole volano economico ed occupazionale, con un’estate 2022 andate ben oltre le più rosee previsioni, sia per l’andamento climatico che ne ha prolungato notevolmente la durata che per l’afflusso di turisti, italiani ed esteri e con aspettative positive per l’inverno entrante.
In Trentino l’estate è stata da primato, complice la sua estensione da maggio a tutto ottobre per le temperature fuori norma, con quasi 3 milioni di arrivi e 11,5 milioni di presenze. Numeri che significano rispettivamente 165.844 arrivi (+6%) e ben 507.000 presenze (+5%) in più sul 2019. Che diventano +29% e +20% sul 2015.
Per l’amministratore delegato di Trentino Marketing, Maurizio Rossini, «promuovere il Trentinoper tutto l’anno è l’obiettivo che ci siamo posti per la ripresa del turismo trentino e i dati che oggi commentiamo ci dicono che abbiamo imboccato questa strada, non facile, perché proprio dalle cosiddette “belle stagioni”, primavera e autunno, sono arrivati buoni risultati per i nostri operatori. E questo è merito di una totale sintonia con i territori nell’individuare e nel proporre le loro particolarità in termini di offerta che gli ospiti del Trentino hanno evidentemente apprezzato».
Proprio con la spinta alla destagionalizzazione, il mese di maggio totalizza un +4% sul 2019, giugno un +9%, settembre un +14% e ottobre appena concluso un +11% che è un ulteriore fiore all’occhiello e un elemento positivo anche in vista della prossima stagione invernale.
Ad aumentare sono sia le presenze degli ospiti internazionali (passate da 4.449.384 nel 2019 a 4.540.698 nel 2022) che quelle degli ospiti italiani (da 6.541.737 a 6.957.605 nello stesso intervallo), prova di un gradimento diffuso per le mete trentine.
Dal Trentino al Veneto. I dati di previsione sull’occupazione delle strutture alberghiere in Venetonei prossimi mesi sono lusinghieri per a Federalberghi regionale. Secondo il presidente Massimiliano Schiavon «le prime proiezioni dei tassi di occupazione delle strutture ricettivedelineati dai dati di H-Benchmark e dell’Osservatorio Turistico Federato della Regione Veneto sono positivi e confortanti perché raggiungono già il 70% per il ponte dell’Immacolata e il 60% per Natalee Capodanno. I dati confermano un trend positivo della domanda, ma persiste una forte preoccupazione che l’aumento del costo delle utenze energetiche unitamente all’incremento del costo del denaro attuato dalla Bce per cercare di contrastare il fenomeno della speculazione sulle materie prime e dell’inflazione possa a breve avere anche effetti sulla propensione e sulla capacitàdi spesa non solo dei turisti sia italiani ma anche stranieri».
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