Dopo la presentazione dello scorso 9 novembre di “Popolo Produttivo”, Partite Iva Italia torna alla carica nei confronti del governo Meloni, con il presidente Angelo Distefano che chiede alla maggioranza di centro destra di «osare di più per non deludere il popolo che vi ha eletti».
Distefano non nasconde che «dalle risposte ricevute dai politici presenti al lancio di “PopoloProduttivo” sinceramente ci aspettavamo da parte del governo Meloni un provvedimento di tutt’altra portata rispetto al “Decreto aiuti IV”, che già dal solo nome ci ha fatto presagire una sorta di continuità con il precedente Governo Draghi, che dalla lettura degli articoli ci ha confermato che il coraggio per aiutare le Partite Iva, in questo momento il settore tra i più colpiti da tutta una serie di eventi intercorsi negli ultimi tre anni, è sicuramente insufficiente per la maggior parte dei nostri associati».
Numerosi gli aspetti che lasciano insoddisfatti Partite Iva Italia, a partire dagli interventi sul caro energia: «è stato riproposto il credito d’imposta e una rateizzazione alquanto complicata e che, per entrare in vigore attende un decreto del Mise da emanarsi entro 30 giorni – dice Distefano -Peccato solo che nel frattempo le aziende fornitrici di energia possano tranquillamente sospendere le forniture ai clienti inadempienti».
Non va meglio sul fronte dei superbonus per l’edilizia: «il “Decreto aiuti IV” fa scendere nel 2023 la percentuale dello sconto sulla spesa per i lavori di efficientamento energetico dal 110% al 90%. L’agevolazione sarà confermata anche per gli immobili unifamiliari usate come prima casa, ma con un limite di reddito sotto i 15.000 euro Isee che sarà rimodulato al rialzo a seconda del quoziente familiare. Peccato che nulla si faccia per i crediti sino ad oggi maturati e, al momento, non ancora liquidabilidal sistema creditizio, con notevoli problemi di liquidità in capo alle aziende che hanno realizzato le commesse».
Secondo il presidente di Partite Iva Italia «sembra che non sia chiaro nemmeno al governo Meloniquale sia la situazione reale delle piccole imprese italiane, che costituiscono la spina dorsaledell’economia e dell’occupazione del Paese».
Come al solito, in Italia la politica prende sottogamba il mondo delle imprese e del lavoroautonomo: «le Partite Iva italiane hanno dovuto sopportare l’impossibile tra l’aumento dei costi delle materie prime, il calo delle esportazioni causato dalla guerra in Ucraina, il caro bollette e il blocco di crediti ceduti da privati (come previsto dalla normativa) da parte di banche e Poste, la ripresa dell’attività di recupero da parte di Agenzia Entrate Riscossione e relative misure esecutive in caso di mancato tempestivo pagamento. Gli imprenditori hanno dato fiducia (e voti) al centro destra – ricorda Distefano – auspicando, finalmente, che si facesse carico delle loro aspettativeintroducendo misure che potessero, con tempi e modi consoni alle singole problematiche, aiutarliad uscire dalla crisi economica, ma soprattutto finanziaria, per far ripartire l’economia del nostro Paese. Ma nulla si vede ancora all’orizzonte e gli associati di Partite Iva Italia sono giustamente molto preoccupati circa il futuro loro e della parte produttiva del Paese».
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