La Filarmonica di Rovereto apre la Stagione Sinfonica con la Grande Messa di Mozart

Appuntamento a domenica 13 novembre ore 17.00 al Teatro Zandonai con Alexander Lonquich che guida l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, l’Orchestra Filarmonica Settenovecento e il Coro della Schola San Rocco. 

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filarmonica di rovereto
Il maestro Alexander Lonquich.

Domenica 13 novembre alle ore 17.00, il Teatro Zandonai di Rovereto ospita “La Messa promessa” di Wolfang Amadeus Mozart, concerto di apertura della Stagione sinfonica proposta dall’Associazione Filarmonica di Rovereto.

L’appuntamento vede sul palco 100 artisti, guidato dal Maestro Alexander Lonquich, pianista di fama mondiale che negli ultimi anni si è parallelamente dedicato alla carriera di direttore d’orchestra, dirigendo grandi capolavori sinfonici e sinfonico-corali (ricordiamo nell’autunno dell’anno scorso, in un Teatro Zandonai tutto esaurito, l’esecuzione della Sinfonia n. 9 di Beethoven per il centenario dell’Associazione Filarmonica di Rovereto).

Sotto la sua guida due compagini orchestrali giovanili molto attive in questi ultimi anni: l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza e l’Orchestra Filarmonica Settenovecento, “creatura” roveretana che sempre più sta trovando una propria collocazione come esperienza ponte tra formazione e lavoro per giovani musicisti under 25 che si affacciano alla professione strumentale. Accanto a loro il coro della Schola San Rocco di Vicenza, preparato dal Maestro Francesco Erle, solida realtà che si esibisce stabilmente con grandi artisti come Andras Schiff.

Il repertorio affrontato è impegnativo: l’Ouverture Leonora n. 1 di Ludwig van Beethoven è la prima delle quattro versioni scritte per l’apertura dell’omonima opera. Il pezzo ruota attorno all’angosciosa tensione di Leonora per salvare il marito imprigionato, e l’esultanza per la sopraggiunta liberazione.

Cuore del concerto è la Grande Messa in do minore K427 di Mozart: il compositore aveva fatto una promessa nel suo cuore e la migliore prova di questa promessa è – come scriveva in una lettera al padre – «la partitura d’una Messa che ancora aspetta d’essere completata». È proprio la Grande Messa, capolavoro sacro grandioso, ma a tratti tenero e dolce, una sorta di offerta votiva per superare le avversità che si frapponevano al matrimonio con Constanze e insieme un beneaugurante dono di nozze a una donna che forse non comprese mai del tutto il suo genio, ma in compenso aveva «il cuore più gentile del mondo».

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