Produzione nazionale di energia: il governo Meloni disinnesca il Pitesai

Procaccini: «stiamo superando i veti ideologici e assurdi del Pitesai che penalizza la sicurezza energetica ed economica nazionale». Il divieto al 2035 di vendere auto nuove con motore termico. 

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produzione nazionale di energia

Il governo Meloni ha sbloccato il divieto all’estrazione di gas metano dai giacimenti nazionali, dopo l’approvazione negli scorsi mesi del Pitesai, il piano regolatore dei pozzi di gas e petrolio, che ne aveva bloccato la quasi totalità di quelli attivi: in questo modo, si può tornare a spingere sulla produzione nazionale di energia, dando risposte concrete ai grandi utilizzatori di energia, anche abbassando il prezzo finale.

La scelta punta su una maggiore sicurezza nazionale degli approvvigionamenti energetici, con l’obiettivo di tornare entro qualche tempo ad una maggiore produzione interna, anche per evitare che la quota di giacimenti spettanti all’Italia, perdurando l’immobilismo cui l’aveva relegato il Pitesai, venisse prelevato dagli altri paesi costieri, ad iniziare dalla Croazia che ha varato un piano da 250 milioni per lo sfruttamento dei giacimenti nel fondale dell’Adriatico, a prescindere dai rischi tutti da dimostrare della subsidenza di Venezia.

In questa puntata di “Focus” di “ViViItalia Tv”, il direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, intervista l’eurodeputato Nicola Procaccini, responsabile del dipartimento Energia e ambiente di Fratelli d’Italia, che allarga la discussione, oltre alla produzione nazionale di energia, anche al ruolo dell’Unione europea, che negli ultimi anni ha spesso sbagliato le strategie energetiche.

Strategie europee fallimentari anche in campo della mobilità, tanto che il commissario europeo per il mercato interno, il francese Thierry Breton, ha dato un vigoroso colpo di freno allo scenario di vietare dal 2035 la vendita di autoveicoli con motore termico puntando solo su quelli elettrici, auspicando entro il 2026 una rivisitazione delle strategie europee senza andare a vietare una tecnologia che, di fatto, è più ecologica e meno impattante, anche a livello strategico e politico, rispetto a quello dell’elettrificazione spinta, con Procaccini che invita a valorizzare l’utilizzo dei nuovi carburanti sostenibili, dove l’Italia è leader indiscussa, prodotti a partire da materie di scarto e dai residui delle lavorazioni agricole e dai reflui zootecnici ed urbani, che hanno il vantaggio di potere essere utilizzati anche sugli oltre 350 milioni di veicoli già in circolazione sulle strade europee.

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