Subito un tavolo per professionisti e partite Iva

Incontro tra il neo ministro al Lavoro Calderone e Confprofessioni. Adeguare l’ordinamento alle norme europee che parificano il professionista alle micro imprese, anche senza obbligo di iscrizione dalla Camera di commercio.

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Il neo ministro al Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha avviato l’incontro con le parti sociali per arrivare a definire i punti di riforma del mondo del lavoro e della previdenza da inserire nella prossima manovra di bilancio 2023, tra cui il rilancio del lavoro autonomo con un tavolo per professionisti e Partite Iva dopo anni di colpevole trascuratezza dei governi di centro sinistra.

«Il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha annunciato un tavolo sul lavoro autonomo che si terrà la prossima settimana, accogliendo così le nostre richieste di misure specifiche per tutelare professionisti e partite Iva, pesantemente colpiti dalla crisi economica» ha affermato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, al termine dell’incontro con le parti sociali.

«Il ministro Calderone conosce benissimo la realtà delle professioni e oggi il lavoro autonomo in Italia sconta gravi ritardi in termini di tutele – prosegue Stella -. Nelle passate legislature sono stati fatti passi avanti con il “Jobs act” degli autonomi e con l’Iscro, ma adesso è arrivato il momento di lanciare un nuovo progetto normativo, che metta al centro la persona con i suoi valori e bisogni di welfare, a prescindere dalla qualificazione del rapporto».

Il presidente di Confprofessioni è anche intervenuto sul tema del costo del lavoro. «Crisi economica e inflazione pesano sui rinnovi contrattuali. Il nostro obiettivo è quello di valorizzare produttività, risultati, merito e competenze, ma occorre intervenire abbassando il costo del lavoro. Se il taglio del cuneo fiscale e contributivo rimane un tema centrale per sostenere l’occupazione, in una fase di forte incertezza economica la detassazione e la decontribuzione degli aumenti salariali concordati dalle parti sociali può rappresentare una soluzione più efficace per fronteggiare la perdita del potere d’acquisto delle famiglie e lavoratori».

Ma c’è anche il tema della piena equiparazione del lavoro autonomo e dei professionisti alle microimprese, così come riconosciuto dalla normativa europea e nazionale, ma che ancora troppi bandi discriminano tra professionisti e aziende (ultimo il bando del ministero della Cultura per la digitalizzazione), richiedendo per la partecipazione il requisito dell’iscrizione alla Camera di commercio, iscrizione cui un professionista non è fortunatamente tenuto.

Senza trascurare poi l’annosa questione della ritenuta d’acconto al 20% sulle fatture spiccate dai professionisti in regime ordinario, cosa che spesso, oltre a drenare ingenti risorse economiche, causa anche il fenomeno dei contribuenti in perenne credito d’imposta. Anche di questi aspetti si dovrebbe occupare il tavolo per i professionisti e le partite Iva.

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