La sanità trentina arranca sempre di più, a dispetto dell’Autonomia speciale

Scillieri: «tanti problemi si sono sovrapposti per anni, mai risolti dai vertici della sanità trentina, fino a generare una situazione ormai insostenibile». 

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sanità trentina

La sanità trentina arranca sempre di più, complice soprattutto un vertice politico palesemente inadeguato e privo di capacità di regia e di dettare una strategia a medio-lungo termine, costretta sempre a tamponare le emergenze, sia organizzative che strutturali. Una sanità che, paragonata ad una barca, rischia sempre più di affondare, nonostante sia la prima voce di spesa dell’Autonomia speciale, un’Autonomia che in campo sanitario non ha espresso tutte le sue potenzialità.

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In questa puntata di “Focus” di “ViViItalia Tv” l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore de “il NordEst quotidiano”, Stefano Elena, intervistano il segretario del sindacato dei medici maggiormente rappresentativo a livello nazionale Anaao Assomed, Marco Scillieri, il quale assieme agli altri sindacati del comparto sanitario hanno lanciato un appello alla politica invitandola ad affrontare e risolvere le problematiche della sanità trentina, problematiche che negli ultimi 15-20 anni sono rimbalzate senza adeguata soluzione tra un governo provinciale e assessore alla sanità e l’altro.

Il problema sta diventando drammatico, tra tempi di attesa per accedere alle prestazioni sanitarie specialistiche da parte dei cittadini, tempi che talvolta si riflettono negativamente anche sull’accesso alle cure per tumori maligni che, secondo l’ultima indagine Agenas, in Trentino ha sfondato i 30 giorni di attesa massima, allontanandosi sempre più da quel livello di sanità efficiente e migliore, non fosse altro per le risorse economiche coinvolte, oltre 1,3 miliardi di euro.

Ma c’è anche l’incapacità gestionale delle strutture, con l’annosa questione della realizzazione del nuovo ospedale di Trento, finita censurata per banali errori di procedura amministrativa, oltre che per l’incaponimento da parte dei politici di ricorrere alla finanza di progetto, nonostante i fallimenti evidenziati laddove è stata applicata. E se a Trento la politica ha fallito, l’esperienza pare non avere insegnato nulla ai vertici dell’Autonomia trentina, visto che si vorrebbe supportare il rifacimento del nuovo ospedale di Cavalese non tanto ristrutturando l’attuale immobile, come auspicato dalla comunità locale, ma supportando una proposta di finanza di progetto avanzata da una società immobiliare.

Insomma, una situazione tutt’altro che facile e che una maggioranza a guida leghista ormai a fine corsa difficilmente avrà la voglia e, soprattutto, la capacità di risolvere, lasciando nuovamente la patata bollente – senza alcun riferimento fisico alla titolare dell’assessorato – al futuro governo dell’Autonomia speciale che scaturirà dalle elezioni dell’ottobre 2023.

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