Tetto al denaro contante: ok di Meloni all’innalzamento

Il premier dà il via libera alla proposta leghista di ridare libertà di circolazione ai pagamenti in denaro. Ipotesi di portare l’attuale tetto ai 1.999 euro a 9.999 già nel 2023. 

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Tetto al denaro contante

La neo premier Giorgia Meloni il proprio consenso alla proposta della Lega di ritoccare sensibilmente al rialzo il tetto al denaro contante, portandolo l’utilizzo dagli attuali 1.999 euro a, probabilmente, 9.999 euro già con la legge Finanziaria 2023 di prossima emanazione.

La proposta, oltre che una bandiera ideologica di tutta la maggioranza di centro destra, va a rispondere ad un’esigenza avanzata soprattutto dagli operatori del commercio e del turismo, specie per quelli che hanno un afflusso di clientela straniera, che spesso pagano fatture consistenti in contanti, imponendo agli operatori che incassano una serie di adempimenti amministrativi in derogaagli attuali tetti per giustificare al fisco e alla banca la movimentazione del denaro oltre la soglia.

Alzare il tetto di spesa in denaro contante è una «proposta di buonsenso della Lega, in linea col programma del centrodestra e con altri paesi europei: Meno burocrazia, più libertà», ha affermato il segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini.

«L’aumento al tetto del denaro contante è da sempre nel programma di FdI, del centrodestra, lo faremo giànella prima legge di bilancio. Non ha nessun collegamento con la lotta all’evasione. C’è una tregua fiscale come è previsto nel programma. Chi ha pagato le tasse nei tempi e nei modi pagherà sempre meno di chi non lo ha fatto» ha dichiarato il senatore di FdI, Giovanbattista Fazzolari.

Contrarie alla proposta le sinistre. «È una proposta che non condividiamo in alcun modo, è in totale controtendenza con quanto deciso in questi anni in Italia e in gran parte dei Paesi europei per ridurre progressivamente l’uso del contante e spingere la tracciabilità dei pagamenti e la lotta all’economia sommersa – dice il responsabile economico del Pd Antonio Misiani -. La Meloni nelle sue dichiarazioni programmatiche ha citato la lotta all’evasione fiscale tra gli obiettivi del nuovo governo. Se il buongiorno si vede dal mattino (e da proposte come quella della Lega sul contante), l’Italia rischia di andare in una direzione esattamente opposta».

«Slogan in perfetto stile Lega – attacca il responsabile economia di Iv, Luigi Marattin -. Se si guardano gli ultimi dati di Bankitalia, la transizione verso i pagamenti digitali è già in corso, non c’è bisogno di diminuire né di aumentare la soglia del contante. Non serve fare caos. Anche perché i limiti sono purtroppo già ora aggirabili».

Sul tetto all’utilizzo del denaro contante, l’Unione europea non è riuscita ad avere una linead’azione unitaria: «il contante deve essere disponibile, ma sui massimali nel contestodell’antiriciclaggio avevamo proposto dei tetti a livello Ue ma non ci sono accordi per ora, tocca agli Stati membri decidere. I tetti variano molto, si va dai 500 euro della Grecia a Paesi che non ce l’hanno. Come Commissione – ha detto il vice presidente della Commissione Ue ValdisDombrovskis -, preferiremmo dei massimali più bassi possibili». Per la sua collega commissario ai Servizi finanziari Mairead McGuinnes «la proposta iniziale Ue era diecimila euro, ma ci sono opinioni diverse».

Guardando a quanto accade in Europa, secondo i dati dell’European Consumer Centres Network, un organismo creato dalla Commissione europea, a inizio 2021 su 30 Stati, considerando anche Regno Unito, Islanda e Norvegia, solo in 12 paesi, compresa l’Italia, erano vigenti limiti all’uso del contante. Si tratta per lo più di paesi dell’Europa meridionale, oltre al Belgio, e di alcuni Stati dell’Europa dell’Est.

In testa alla classifica degli Stati europei dove vige un limite più restrittivo per l’uso del contante ci sono Grecia (500 euro), Francia (soglia a 1.000 euro per i residenti; sale a 15.000 per i non residenti), Portogallo (1.000 euro), Spagna (soglia 2.500 euro per i residenti; 15.000 per i non residenti) Belgio (3.000 euro), Bulgaria (5.100 euro), Romania (2.100 euro), Slovacchia (5.000 euro), Repubblica Ceca (14.000 euro), Polonia e Croazia a 15.000 euro.

Tra gli stati Ue che non prevedono limitazioni, in Germania chi paga oltre 10.000 euro in contanti deve esibire un documento d’identità, in Danimarca gli esercenti possono decidere di accettare pagamenti in contanti solo fino a 2.500 euro, nei Paesi Bassi esiste l’obbligo di segnalare le transazioni sospette di importo superiore ai duemila euro e in Svezia un commerciante può rifiutare qualsiasi pagamento in contanti.

Quanto all’Italia, se si deve ritoccare il tetto all’utilizzo del denaro contante, varrebbe la pena fare il passo pieno ritornando tra i 18 paesi europei che non hanno alcun tetto all’utilizzo del denaro contante.

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