La Corte dei conti cita il presidente del Consiglio provinciale di Trento per danno erariale

A Walter Kaswalder il licenziamento del suo ex segretario Walter Pruner rischia di costar e caro: quasi 90.000 euro rispetto ai 149.494,89 euro sentenziati dal Giudice del lavoro. 

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Il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Walter Kaswalder.

Il 19 aprile 2022 il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Walter Kaswalder, dovrà a difendersi nell’udienza dinanzi alla Corte dei conti di Trento a seguito del licenziamento del suo ex segretario particolare Walter Pruner, che il Giudice del lavoro ha sentenziato come immotivato, liquidando all’ex collaboratore un indennizzo di 149.494,89 euro.

L’illegittimità della decisione di Kaswalder è stata accertata con sentenza dal Tribunale ordinario, confermata poi dalla Corte di appello di Trento. Secondo la citazione della Corte dei conti, «come è stato accertato dal Giudice del lavoro, il licenziamento, disposto dal presidente Kaswalderè avvenuto in violazione delle procedure e in assenza delle motivazioni legittimanti l’interruzione unilaterale del rapporto di lavoro: ciò ha comportato, per il Consiglio provinciale, in seguito alla soccombenza in giudizio civile, la condanna a corrispondere in favore dell’ex dipendente la somma di 149.494,89 euro a titolo di risarcimento del danno da perdita delle retribuzioni, incluse le mancate contribuzioni previdenziali oltre alla refusione delle spese legali».

«Accogliendo – prosegue la nota dei magistrati contabili – parzialmente gli argomenti difensivi pervenuti dopo la notifica dell’invito a fornire deduzioni, la Procura della Corte dei conti di Trento ha ritenuto un ridimensionamento del contributo causale del consigliere Kaswalder e lo ha citato a giudizio a titolo di colpa grave per un importo di 89.696,93 euro pari al 60% dell’originaria e provvisoria contestazione di responsabilità amministrativa».

Se anche la Corte dei conti dovesse condannare Kaswalder al risarcimento, per il presidente del Consiglio provinciale, uno dei supporter della maggioranza leghista di centro destra che governa la provincia di Trento, la sentenza costituirebbe il suggello definitivo della sua lunga carriera politica, prima tra le fila del Patt, il Partito autonomista trentino tirolese, e ora tra gli Autonomisti trentini.

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