Inflazione a settembre corre ancora trainata dal “carrello della spesa”

Secondo l’Istat si pone al 10,9%, mentre l’indice generale dei prezzi al consumo arriva all’8,9%. 

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Anche a settembre 2022 secondo l’Istat l’inflazione corre ancora, trainata soprattutto dal cosiddetto “carrello della spesa”, con i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona che accelerano dal +9,6% di agosto al +10,9% di settembre, il dato più alto da agosto 1983 quando fu pari a +11%.

Secondo l’Istat i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto risultano in aumento dal +7,7% di agosto al +8,4% di settembre. A settembre non sono i beni energetici a spiegare (se non per le conseguenze che la loro crescita così ampia ha innescato) la nuova crescita dell’inflazione, ma soprattutto i Beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) seguiti dai Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, in un quadro di crescenti e diffuse tensioni inflazionistiche.

L’Istat rileva che a settembre l’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +7,1% per l’indice generale e a +3,6% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dell’1,6% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui l’indice non tiene conto, e del 9,4% su base annua (da +9,1% nel mese precedente). La stima preliminare era +9,5%.

A settembre, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua (da +8,4% del mese precedente), confermando la stima preliminare. Secondo l’Istat, l’ulteriore accelerazione dell’inflazionesu base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei beni alimentari (la cui crescita passa da +10,1% di agosto a +11,4%) sia lavorati (da +10,4% a +11,4%) sia non lavorati (da +9,8% a +11,0%) e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +5,7%).

Contribuiscono all’accelerazione, in misura minore, anche i prezzi dei beni non durevoli (da +3,8% a +4,6%) e dei beni semidurevoli (da +2,3% a +2,8%). Pur rallentando di poco, continuano a crescere in misura molto ampia, i prezzi dei beni energetici (da +44,9% di agosto a +44,5%) sia regolamentati (da +47,9% a + 47,7%) sia non regolamentati (da +41,6% a +41,2%); decelerano anche i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,4% a +7,2%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +4,4% a +5% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,0% a +5,5%.

Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +11,8% a +12,5%), mentre è sostanzialmente stabilela crescita di quelli dei servizi (da +3,8% a +3,9%); si amplia, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,0 di agosto a -8,6 punti percentuali). L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni alimentari non lavorati (+2%), dei beni semidurevoli (+1,0%), dei beni durevoli (+0,7%) e degli alimentari lavorati (+0,5%), in parte frenato dal calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-4,2% dovuto per lo più a fattori stagionali).

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