Le 15 priorità infrastrutturali della regione Veneto

Il Libro bianco di Unioncamere veneto individua le opere indispensabili per garantire la competitività. 

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priorità infrastrutturali

Sono 15 le priorità infrastrutturali strategiche per il Veneto, per la sua competitività e il sostegno all’export, che rispondono a 5 macro obiettivi ritenuti fondamentali dal sistema imprenditoriale veneto: rendere più efficiente la principale porta di accesso della regione verso i mercati del Nord,ossia il nodo di Verona, potenziare i collegamenti intervallivi interni tra le zone produttive di Bellunese, Padovano e Vicentino agganciandoli alla rete nazionale, cogliere le opportunità della Zona Logistica Semplificata Porto di Venezia-Rodigino per connettere un’area ampia, colmare il gap del basso Veneto collegando il Rodigino e il Padovano con il resto della regione, valorizzare le specificità del Bellunese revitalizzando il territorio anche attraverso il suo potenziale logistico.

Le 15 opere sono contenute nel Libro Bianco delle priorità infrastrutturali del Veneto, un documento che mette a fuoco la selezione di interventi necessari al sistema imprenditoriale per superare la crisiin atto e recuperare competitività sui mercati nazionali e internazionali, attraverso il monitoraggio delle criticità e dello stato di avanzamento dei progetti prioritari per il territorio.

Dieci tavoli territoriali, realizzati grazie alla collaborazione delle cinque Camere di commercio venete, hanno animato il confronto con il sistema imprenditoriale sul tema delle priorità infrastrutturali, materiali e digitali, e hanno portato alla redazione di un documento di sintesi con una visione centrata sul territorio regionale. L’iniziativa rientra in un “Roadshow camerale” sui temi infrastrutturali che coinvolge i 19 territori regionali aderenti al Programma Infrastrutture promosso da Unioncamere italiana attraverso il Fondo di Perequazione 2019-2020.

«Ci troviamo in un contesto di grandi opportunità da cogliere, dal PNRR, al Piano Regionale dei Trasporti della Regione del Veneto, all’istituzione della ZLS Porto di Venezia-Rodigino, e Unioncamere del Veneto, con il coinvolgimento attivo delle cinque Camere di commercio e il supporto tecnico di Uniontrasporti, intende ancor di più partecipare attivamente al processo di ripresa, mettendo a fuoco, con pragmaticità e concretezza, le opere prioritarie per il rilancio del sistema economico regionale» commenta il presidente di Unioncamere del Veneto, Mario Pozza.

Dopo i saluti introduttivi di Pozza, e la presentazione del Libro Bianco del Veneto a cura di Antonello Fontanili (direttore di Uniontrasporti) e Roberta Delpiano (project manager di Uniontrasporti), due tavole rotonde con le associazioni di categoria venete, Confindustria, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Open Fiber, Regione del Veneto, Unione Interporti Riuniti e Save, hanno approfondito il tema, confrontando il fabbisogno di trasporto e mobilità del mondo produttivo e delle PMI con l’offerta infrastrutturale disponibile e la mobilità del prossimo futuro, come la Urban Air Mobility.

Ha concluso i lavori Elisa De Berti, vice presidente della Regione Veneto e assessore regionale ai trasporti e alle infrastrutture: «questa iniziativa si inserisce nell’intesa attività pianificatoria che ha visto l’approvazione del Piano Regionale dei Trasporti da parte del consiglio regionale nel luglio 2020. Il PRT, infatti, è stato messo a punto condividendo le priorità con il territorio, nella logica di sviluppare una nuova governance integrata della mobilità e della logistica regionale».

Il binomio infrastrutture e sviluppo economico è uno dei temi centrali per una ripresa strutturata delle imprese nell’attuale congiuntura economica, penalizzata dalla forte incertezza geopolitica internazionale. In quest’ottica, prendere parte all’iniziativa del sistema camerale nazionale, promossa da Unioncamere italiana, rappresenta per Unioncamere del Veneto l’opportunità di consolidare il proprio ruolo istituzionale. La ricerca di una concertazione territoriale che superi i confini provinciali e regionali con gli attori chiave del territorio è un vero punto di forza per sostenere l’economia e le imprese. Considerata la posizione privilegiata del Veneto nella rete transeuropea di trasporto, la valorizzazione delle priorità infrastrutturali che sottendono le grandi dorsali di traffico consente ai territori attualmente più isolati e penalizzati di recuperare il divario economico e sociale rispetto al resto della regione.

Il contesto

Il commercio estero contribuisce per circa il 40% alla formazione del PIL regionale e nel 2021 ha totalizzato un valore di 123,6 miliardi di euro. Il 60% del commercio estero è diretto verso l’Ue27 (post Brexit) e per oltre il 95% viaggia su strada, seguita dal trasporto marittimo (27,8%), mentre la modalità ferroviaria è marginale (1,5%).

La Regione ha 10.500 Km di rete stradale di cui il 6% autostrade e il 7% strade di rilevanza nazionale in gestione Anas, 1.200 km di rete ferroviaria RFI, 4 porti di Venezia, Chioggia, Porto Levante Terminal e Rovigo, 3 aeroporti e 4 interporti di Verona Quadrante Europa, Padova, Rovigo, Portogruaro.

Si trova inoltre in una posizione privilegiata rispetto alle direttrici europee Nord-Sud ed Est-Ovest, essendo attraversata da 3 Corridoi del Core Network che si intersecano nei nodi core di Verona, Padova e Venezia. Il sistema logistico rappresenta il punto di forza della regione con 5 province nella Top 10 nazionale (VR, PD, RO, VE, VI), ma carenze importanti si rilevano nelle altre categorie infrastrutturali, in particolare nel sistema ferroviario, penalizzato da una scarsa dotazione di linee elettrificate e a doppio binario.

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