Gli Emiliano Romagnoli nel Mondo si incontrano a Piacenza

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Emiliano Romagnoli nel Mondo

Dopo quella del 2019 a Rimini, gli Emiliano Romagnoli nel Mondo tornano a riunirsi con l’organoconsultivo di rappresentanza dell’esperienza migratoria regionale torna a incontrarsi in una delle città simbolo della vecchia emigrazione regionale: Piacenza. Presenti delegazioni da Argentina, Brasile, Cile, Perù, Canada, Usa, Spagna, Francia, Germania e Romania.

La Consulta degli Emiliano Romagnoli nel Mondo è l’istituto che si occupa dell’esperienza migratoria regionale. Le comunità all’estero, ha sottolineato il presidente della Consulta, Marco Fabbri, «sono riconosciute come una componente a pieno titolo della società regionale e anche come elemento essenziale per i rapporti internazionali della regione Emilia Romagna». Fabbri ha poi parlato delle rappresentanze regionali all’estero: «attualmente le associazioni iscritte sono 88, alle quali bisogna aggiungere 2 federazioni di associazioni (una nel Regno Unito e una in Argentina)».

Fabbri ha richiamato i progetti regionali: «nel 2020 sono stati approvati due bandi, per un totale di 14 progetti, con un finanziamento di oltre 260.000 euro, con proroghe al 2021 collegate al Covid. Il 2021è stato il primo anno pienamente operativo, sono stati approvati tre bandi, per un totale di 38 progetti, collegati a oltre 280.000 euro di finanziamento. Anche nel 2022 sono stati approvati tre bandi, per progetti in corso di realizzazione».

La vicepresidente Valentina Stragliati ha ripetuto quanto sia importante l’impegno regionale verso le comunità di corregionali all’estero: «la regione Emilia Romagna crede e ha sempre creduto nelle comunità di Emiliano Romagnoli nel Mondo. In Italia siamo la Consulta più attiva, con importanti risorse investite per creare occasione di sviluppo socioeconomico e di collaborazioni internazionali. È poi fondamentale il lavoro dei nostri consultori, che rappresentano la nostra regione nel mondo».

L’altra vicepresidente (e membro della Comunità emiliano romagnola in Argentina), Maria Lina Bertoncini, ha spiegato quanto sia importante l’impegno dei corregionali emigrati all’estero per fare conoscere le terre d’origine: «la nostra comunità è bellissima e faremo un grande lavoro». È poi intervenuta il sindaco di Piacenza, Katia Tarasconi, che ha raccontato la sua esperienza di emigrazione: «anche io sono emigrata negli Stati Uniti, all’età di 13 anni con mia madre. So cosa vuole dire trovarsi in una società diversa dalla nostra, ci vuole tanto impegno per inserirsi. Ma il desiderio di tornare a casa rimane. Io sono tornata e ho intrapreso la strada dell’impegno politico e amministrativo, fino a diventare sindaco di questa città».

Il seminario “Il turismo delle radici: nuove opportunità per i territori e le nostre comunità”, con Marina Gabrieli e Giovanni de Vita, ha approfondito la programmazione di forme di turismo collegate alle radici e alle origini degli emiliano romagnoli all’estero.

È poi seguita la consegna delle benemerenze – il riconoscimento della Consulta per il sostegno e l’impegno a favore delle comunità di Emiliano Romagnoli nel Mondo – a Lisa Mazzi, per il suo impegno nella promozione della conoscenza dell’emigrazione femminile dalla regione e dal Paese, a Silvana Mangione, a testimonianza del suo impegno in favore degli emiliano romagnoli e di tutti gli italiani residenti all’estero, e a Franco Rigolli, in memoria del suo impegno sociale che lo portarono a interessarsi dei più bisognosi in Brasile.

L’Emilia Romagna è una regione di emigrazione e questo fenomeno perdura nel tempo anche oggi. Il picco dell’emigrazione emiliano romagnola è stato all’inizio del ’900, riguardando, in particolare, piccoli centri nelle aree appenniniche tosco-emiliane e piacentine e nella bassa modenese (in pochi anni, dal 1900 al 1910, sono partiti quasi mezzo milione di emiliano romagnoli). Un fenomeno in ripresa negli ultimi anni, tanto che si registrano decine di migliaia di emiliano romagnoli in partenza, soprattutto giovani, per motivi di lavoro ma anche per la ricerca di una nuova esperienza all’estero.

A livello nazionale i cittadini nati in Italia attualmente all’estero sono circa 3 milioni, che diventano 6 milioni se si aggiungono quelli nati in altri paesi ma comunque con cittadinanza italiana. Risultano, invece, oltre 80 milioni coloro che vivono all’estero con origini italiane.

A gennaio è stato approvato il piano triennale 2022-2024 per gli Emiliano Romagnoli nel Mondo, che può contare su risorse per 408.000 euro l’anno e che ha visto l’incremento delle associazioni estere che raggruppano gli emiliano romagnoli (passate da 87 a 90).

Da segnalare anche la proposta della stessa Consulta di prevedere la Giornata degli EmilianoRomagnoli nel Mondo, il 2 luglio, data che ricorda l’affondamento della nave Arandora Star nel 1940, silurata da un sommergibile tedesco, che provocò la morte di oltre 400 persone, molte delle quali provenienti dalla provincia di Parma (emigranti italiani allontanati dalla Gran Bretagna dopo lo scoppio della guerra).

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