Turismo di montagna: dossier Uncem sull’estate 2022

Forte preoccupazione per la prossima stagione invernale causa gli ingenti costi energetici per gli impianti a fune e per le strutture ricettive. 

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Turismo di montagna

Secondo l’Uncem, l’Unione nazionale dei comuni e delle comunità montane, il turismo di montagna nella stagione estiva cresce e fa bene all’economia locale, contribuendo a ridurre lo spopolamento del territorio.

Un questionario rivolto a sindaci e amministratori locali, lanciato a luglio 2022 da Uncem cui hanno risposto in 675, registra giudizi positivi con margini di miglioramento in particolare sulla promozionee sul superamento del campanilismo.

Il dossier Uncem sul turismo di montagna raccoglie i risultati di 15 quesiti posti ad amministratori e sindaci di tutt’Italia, che evidenzia giudizi positivi sulla stagione estiva appena conclusa e forti preoccupazioni su quella invernale entrante a causa del caro energia che riguarda gli impianti di trasporto a fune e le strutture alberghiere.

«La crisi energetica – evidenzia il presidente Uncem, Marco Bussone, che ha curato il dossier sul turismo – deve essere affrontata con un tetto al costo dell’energia e con interventi normativi per le imprese che hanno necessità di accedere a prodotti finanziari delle banche e di Cassa Depositi e Prestiti. Con Anef e Federfuni, con tutte le organizzazioni delle imprese in particolare del commercio e delle strutture ricettive, Uncem conferma la necessità di un forte dialogo, tra pubblico e privato. I costi energetici non possono indebolire un sistema di imprese già fragile e non possono ripercuotersi sugli utenti. Uncem è d’accordo con le imprese, che non possono affrontare da sole questa fase. Serve un impegno politico preciso oltre che urgente che permetta a chi gestisce le ski-area di programmare la prossima stagione sciistica».

Rispetto ai mesi dell’estate 2022, emerge una buona soddisfazione dei sindaci, chiamati però a lavorare di più insieme tra loro, tra comuni, e con le imprese. Se si guarda allo stato dell’organizzazioneturistica della montagna italiana ciò che colpisce è la mancanza di sistema – non certo ovunque, ma in gran parte dei territori -, la compresenza di proposte in sé valide ma che perdono la loro capacità di impatto se non si creano in ogni comprensorio dei veri sistemi turistico-sportivi integrati in cui l’accoglienza, i trasporti, le attività sciistiche e gli sport tradizionali e alternativi, l’intrattenimento e le attività all’aria aperta costituiscano unitariamente un’offerta di soggiorno capace di attrarre un’utenza plurale, eterogenea e multiforme per tutto l’anno.

Il sistema turistico locale è capace di generare economia attiva, che includa il ruolo delle comunità, di chi risiede nei paesi, quale ruolo attivo non è prescindibile nella costruzione di una nuova offerta turistica. Si deve superare ogni forma di antinomia tra il turismo invernale e la sostenibilità ambientale facendo diventare la parte invernale e quella estiva un sistema turistico e sportivo integrato. Occorre lavorare per superare ogni municipalismo e campanilismo.

Fondamentale secondo l’Uncem, nei diversi territori montani, il legame forte tra agricoltura, sport e turismo, da intendersi come trinomio che promuova le vallate e i beni agroalimentari d’eccellenza, generando flussi turistici, valorizzando il paesaggio, tutelare l’assetto idrogeologico, garantendo la nascita di nuove imprese e permettendo ai giovani di risiedere tutto l’anno in montagna.

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