I birrifici artigianali entrano in crisi causa caro energia

Il Consorzio Birra Italiana lancia l'allarme alla vigilia del prossimo maxi-rincaro delle bollette di luce e gas. Alla crisi energetica si aggiunge il calo del raccolto dell’orzo per il malto. 

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I birrifici artigianali sono a rischio proseguimento attività. L’allarme è stato lanciato dal Consorzio Birra Italianadopo il crollo del 34% del raccolto 2022 dell’orzo per il malto, rispetto all’ultimo anno prima della pandemia: un crollo causato da siccità ed eventi meteo estremi.

Tutto ciò mette in pericolo una delle filiere più importanti per la produzione alimentare italiana, andata in crisi a causa dei costi dell’energia aumentati del 180% a causa della guerra in Ucraina.

«In questo scenario nel quale gli effetti dei cambiamenti climatici si uniscono a quelli provocati dalla guerra su energia e materie prime è necessario sostenere i produttori di birra artigianale italiana – sottolinea il Consorzio in una nota -. Il sostegno va dato con la stabilizzazione del taglio delle accise per non mettere a rischio un’intera filiera di alta qualità con effetti su produzione, posti di lavoro e sui consumi».

La filiera dei birrifici artigianali in Italia conta 1.085 attività produttive in tutto il territorio nazionale: dal campo alla tavola, danno lavoro a circa 93.000 addetti, per una bevanda i cui consumi sono destinati quest’anno a superare il record storico di oltre 35 litri pro capite per un totale di 2 miliardi di litri. Tutto questo, spiega il Consorzio Birra Italiana, genera un volume di fatturato che vale 9,5 miliardi di Euro.

A fare da traino, dicono gli esperti, sono le birre artigianali realizzate con l’utilizzo di ingredienti particolari,senza pastorizzazione e microfiltrazione per esaltare la naturalità di un prodotto apprezzato da tutte le fasce di età, con i giovani che sempre più cercano la degustazione di qualità più che di quantità. I consumi nazionali sono in maggioranza: due boccali su tre sono riempiti con produzioni italiane.

La scelta della birra come bevanda, proseguono gli esperti, è diventata negli anni sempre più raffinata con specialità altamente distintive e varietà particolari: dalla birra aromatizzata alla canapa a quella ligure affumicata con le castagne, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con il miele di erica alla birra. E non manca neppure la birra prodotta con il pane e il grano saraceno.

Sempre più spesso, si tratta di produzioni realizzate da giovani con profonde innovazioni come la certificazione d’origine a chilometro zero, il legame diretto con le aziende agricole, la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub”.

Il settore dei birrifici artigianali talmente in espansione che si stanno creando anche nuove figure professionali come il “degustatore professionale”: conosce i fondamentali storici dei vari stili di birre ed è capace di interpretarne i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato individuando gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali a tavola.

Oggi, per ogni addetto coinvolto all’interno di un birrificio, si generano altri 29 occupati nell’indotto: da chi coltiva i prodotti agricoli che servono alla bevanda, alla produzione delle bottiglie, dalle etichette ai tappi, dalla logistica alla comunicazione.

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