Autonomia trentina 2023: Fugatti anatra zoppa?

A “Bianco & Nero” riflessioni sull’esito elettorale nazionale proiettato sullo scenario locale. 

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autonomia trentina

L’esito delle elezioni politiche 2022 non ha tardato a riverberarsi anche sugli scenari delle elezioni per il rinnovo del Consiglio della provincia di Trento dell’ottobre 2023, con uno sostanziale stop alla ricandidatura perdente del presidente uscente, il leghista Maurizio Fugatti, che ha incassato la drastica sconfitta con un risultato più che dimezzato dalle regionali del 2018, quando la “sua” Lega Salvini Trentino incassò il 27,09% issandosi a primo partito dell’Autonomia trentina. Decisamente un altro mondo rispetto all’11,28% delle politiche 2022.

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Un risultato che ha decisamente ringalluzzito Fratelli d’Italia, che è passata nello stesso arco temporale dall’1,45% al 25,41%, che ora desiderano essere i pivot delle future scelte politiche, rientrando a pieno diritto nella gestione del futuro di quell’Autonomia che Fugatti ha colpevolmente trascurato nel corso della legislatura.

Di fatto, la Lega Salvini premier paga in Trentino le sorti decisamente calanti del suo leader nazionale, capace di passare nel giro di pochi anni dal 17% delle politiche del 2018, al 34% delle europee del 2019 al 8,78% delle politiche 2022, che ha inevitabilmente trascinato con sé anche le sorti dei vari territori locali. Diametralmente opposto il risultato di Fratelli d’Italia, che in Trentino ha goduto dell’indiscutibile effetto di trascinamento del suo leader nazionale, Giorgia Meloni, che gode indiscutibilmente di una credibilità decisamente migliore di quella di Salvini, cosa che nelle urne ha pagato, assieme al fatto di essere stata alla guida dell’unica forza politica costantemente all’opposizione durante la scorsa legislatura.

Se nel 2023 il centro destra non vuole restituire all’incontrastato dominio del centro sinistra sull’Autonomia trentina, complice anche lo spolvero del Pd trentino che in Trentino ha incassato alle politiche un 22,22%, decisamente migliore al 13,92% delle regionali 2018, la via obbligata è trovare un nuovo candidato presidente, che sappia coniugare autorevolezza, credibilità, capacità di visione e fare squadra: tutte caratteristiche mancanti all’attuale presidente leghista della Provincia. E, stante i risultati delle urne 2022, l’onere – oltre che il dovere – di indicare il candidato migliore per tutta la coalizione toccherà a Fratelli d’Italia.

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