Unimpresa, in Italia manca il contesto per fare impresa

Spadafora: «i governi Conte e Draghi lasciano una pesante eredità al mondo produttivo, con caro energia a livelli speculativi, troppa burocrazia e tasse sempre più opprimenti». 

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La situazione economica italiana e le prospettive per il prossimo futuro sono al centro della puntata odierna di “Focus” di “ViViItalia Tv”, il programma di approfondimento condotto dall’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e dal direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, attraverso l’intervista al vicepresidente esecutivo di Unimpresa, una delle maggiori organizzazioni imprenditoriali italiane, Giuseppe Spadafora.

Nel corso dell’intervista, dopo avere presentato agli spettatori la missione di Unimpresa, Spadafora analizza i vari aspetti della situazione di crisi dell’economia italiana, dall’esplosione del caro energia, alle difficoltà operative delle imprese causa una burocrazia e una tassazione opprimente, che finiscono con il penalizzare, oltre gli imprenditori, pure i dipendenti, che vedono il loro reddito sfumare per oltre il 60% in tasse e contributi previdenziali.

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Troppa burocrazia significa per Unimpresa anche tasse superiori alla norma per coprire i costi abnormi dello Stato, dove la spesa corrente assorbe ormai oltre l’80% del bilancio complessivo, lasciando agli investimenti solo le briciole. Una burocrazia che, oltre ad essere eccessiva, è spesso inadatta pure al ruolo che dovrebbe svolgere, ovvero semplificare e agevolare la vita a cittadini ed imprese, finendo per rallentare tutte le procedure, aumentando i costi e facendo crollare l’economia.

Spadafora si aspetta un cambio di direzione da parte del futuro governo, proprio ad iniziare dalla semplificazione e dal taglio della burocrazia, riforme a costo zero che potrebbero dare nuova linfa e slancio all’economia nazionale, accompagnato dalla liberalizzazione dell’uso del denaro e degli strumenti per il lavoro avventizio, magari ripercorrendo la positiva esperienza dei voucher che avevano di molto semplificato l’accesso al lavoro temporaneo in regola con tasse e contributi per coprire picchi stagionali o imprevisti della domanda che la sinistra sindacalizzata ha stroncato nonostante funzionasse bene.

Ma serve anche una maggiore contezza da parte dell’amministrazione pubblica della situazione economica del Paese: che senso ha, si domanda Spadafora, il comportamento dell’Agenzia delle entrate che manda alle aziende sventagliate di comunicazioni chiedendo loro la restituzione di contributi legittimamente incassati ma a posteriori ritenuti non dovuti solo a seguito di un cambio di interpretazione della norma? O chiedere il pagamento delle cartelle esattoriali in un momento dove la liquidità aziendale è totalmente drenata dall’aumento stellare dei costi operativi? O dal cambio continuo in corsa delle leggi come nel caso del “Superbonus 110%modificato, in soli due anni, di ben 13 volte?

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