Via libera della Giunta del Trentino al disegno di legge contro crisi energetica e caro energia proposto dal vicepresidente Mario Tonina e che verrà presentato al Consiglio provinciale per il successivo percorso di approvazione con procedura d’urgenza già ad ottobre prossimo che prevede la proroga al 2029 delle concessioni idroelettriche in scadenza.
La proposta di legge si propone di consentire ai concessionari delle 17 grandi derivazioni idroelettriche di prossima scadenza (13 concessioni di Hydro Dolomiti Energia, 3 concessioni di Primiero Energia e 1 di Dolomiti Edison Energy), di prorogare la concessione, a fronte della presentazione ed approvazione, di piani industrialiche contengano misure specifiche per una maggiore efficienza degli impianti idroelettrici sottesi alle concessioni (circa 30 impianti).
I piani industriali dovranno proporre misure di efficientamento della produzione, ed in particolare misure per incrementare la capacità di stoccaggio dell’acqua tramite operazioni di pulizia dei bacini progressivamente invasati dai sedimi che in molti casi ne hanno ridotto grandemente la capacità, e la potenza installata nonché per aumentare la resilienza delle infrastrutture in termini di sicurezza e di regolarità della produzione stessa.
La proposta di legge prevede anche il pagamento, in aggiunta ai canoni già previsti dalla normativa vigente alla data di entrata in vigore della norma, di una nuova componente di canone, con destinazione degli introiti al sostegno dei costi per consumi energetici del territorio provinciale. I circa 100 milioni di euro di canoni e sovracanoni oggi introitati dall’amministrazione pubblica, (provincia, comuni, comunità di valle e BIM) possono essere incrementati se, come si vuole ottenere con la nuova normativa, si garantisce possibilità di investimenti e conseguente recupero di remunerazione dalla vendita di energia in un periodo medio lungo in cui risulterà possibile “ammortizzare” gli effetti disastrosi della crisi energetica in atto.
tonina non si nasconde il rischio di una possibile impugnativa della legge provinciale da parte del governo centrale, anche perché la trattativa che era in corso con il governo si è arenata con la crisi della maggioranza e le elezioni anticipate.
Ma per ovviare all’attuale crisi, amplificata anche dall’andamento siccitoso di gran parte del 2022, serva anche altro, a partire dalla realizzazione di nuovi impianti, anche a scopo idropotabile per accumulare maggiori quantitativi di acqua, superando anche le deteriori logiche del “Non nel mio cortile”. Anche in Trentino bisognerebbe realizzare impianti a doppio uso a ciclo chiuso, con due bacini posti a dislivello uno dall’alto, con la possibilità di utilizzare l’impianto sia per ridurre energia elettrica nei momenti di domanda di picco che per prelevare energia dalla rete quando c’è eccesso, utilizzandola per pompare acqua dal bacino inferiore a quello superiore.
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