Inflazione: corre verso picchi record in Italia e Eurozona

Oltre la doppia cifra in Trentino Alto Adige, regione più cara d’Italia. Fitch prepara il declassamento dell’affidabilità finanziaria del Belpaese. 

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Pil Friuli Venezia Giulia produzione industriale inflazione

Continua a correre l’inflazione, spinta da gas ed energia verso picchi record sia in Italia che nell’Eurozona. Secondo gli ultimi dati Istat, ad agosto in Italia ha registrato un aumento dello 0,8% sul mese, raggiungendo la soglia del +8,4% su base annua – come già preventivato dall’Istituto nelle anticipazioni – e arrivando a lambire i livelli del 1985, quando fu pari a +8,8%.

Accelerano così l’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi, che arriva +4,4% (non era così da maggio 1996 quando fu +4,7%), quella al netto dei soli beni energetici, a +5,0%, vicinissima a febbraio 1996 quando fu +5,1%, e i prezzi del “carrello della spesa”, che balzano a +9,6%, quasi come a giugno 1984.

Nell’area dell’euro, Eurostat riporta un tasso di inflazione record a +9,1%, in leggero aumento rispetto a luglio(+8,9%). A spingere, sono in entrambi i casi l’energia elettrica e il gas: la crescita dei prezzi dei beni energetici passa in Italia dal +42,9% di luglio a +44,9%, con gli energetici non regolamentati che lievitano da +39,8% a +41,6%, mentre i prezzi di quelli regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +47,9%. Stessa storia nell’eurozona: il contributo più elevato al tasso di inflazione annuale viene infatti sempre dall’energia(+3,95%), seguita da cibo, alcol e tabacco (+2,25%), servizi (+1,62%) e beni industriali non energetici (+1,33%). «Un’emergenza nazionale» la definisce Assoutenti, a cui fanno eco i calcoli del Codacons secondo cui la fiammata inflazionistica si traduce in una maggiore spesa «pari a +2.580 euro annui per la famiglia “tipo”, che raggiunge i +3.352 euro annui per un nucleo con due figli». Solo per mangiare e bere «una famiglia pagherà in media 592 euro in più su base annua. «Una stangata che sale a 807 euro per una coppia con due figli, 729 per una coppia con un figlio e che arriva a 964 euro per quelle con tre figli» afferma invece l’Unione nazionale consumatori.

Inflazione vola oltre la doppia cifra in Trentino Alto Adige, con il tasso di crescita dei prezzi al dettaglio che ad agosto raggiunge in regione il record del +10,2%, con il picco del +10,5% a Bolzano, «che così si conferma la regione d’Italia dove i prezzi crescono più velocemente – spiega il Codacons – prima della Sicilia (+10%) e della Sardegna (+9,2%), mentre il Piemonte registra il tasso più basso pari al +7,3%. Considerata la spesa annua per consumi delle famiglie residenti in regione, un nucleo familiare in Trentino Alto Adige si ritrova a spendere nel 2022mediamente +3.662 euro su base annua a causa dell’aumento dei prezzi al dettaglio, contro una media nazionale di +2.580 euro annui per la famiglia “tipo”».

La crescita dell’inflazione è, secondo Confesercenti, «una vera tragedia anche per le imprese», strette tra aumenti dei costi e frenata dei consumi, e per evitare una nuova ondata di stop alle attività, e la conseguente perdita dei posti di lavoro, «servono altri, urgenti, interventi di sostegno».

L’Italia rischia un declassamento del rating da Fitch, fra turbolenze post-voto e shock energetico. E’ l’allarme dell’agenzia di rating, che mette nel mirino le intenzioni del centrodestra su fisco e pensioni, mentre sia il premier Draghi sia il ministro dell’Economia, Daniele Franco, si dicono cautamente ottimisti sulla crescita.

Giusto ieri, Fitch aveva aggiornato al rialzo le previsioni sui prezzi del gas per i prossimi mesi, e pronosticato una recessione da -0,7% per il 2023. Quanto all’Italia, secondo Firch «l’incertezza politica così come lo shock energetico potrebbero avere un impatto negativo sulla crescita e le finanze pubbliche, mettendo sotto pressione il rating». A BBB, l’Italia è a breve distanza dalla categoria speculativajunk”, spazzatura, e l’avvertimento di Fitch alla prossima coalizione – la scommessa è su un centro-destra a guida Meloni – entra pure nel merito dei provvedimenti.

«I governi futuri dovranno mirare a surplus primari più alti» afferma l’agenzia di valutazione, il che limiterà gli spazi di manovra su “flat tax” e aumento della spesa pensionistica. Poi, se i tassi sui titoli italiani resteranno attorno al 4% «saranno necessari sforzi di consolidamento fiscale da parte del prossimo governo per ridurre il rapporto deficit/Pil». Altrimenti il debito tornerebbe a salire in traiettoria oltre i livelli pandemici, verso il 157% del Pil nel 2031.

Il commento di Fitch non turba il premier Mario Draghi: «le previsioni dicevano 3% (per il 2022, ndr), oggi siamoal 3,4% o 3,5%. L’anno scorso siamo andati al 6,5. L’anno prossimo prevedono una mezza recessione, chiaramente c’è un rallentamento, ma ancora non ci sono sintomi di una recessione».

Il ministro Franco smentisce le previsioni di una recessione nel terzo trimestre, e vede spazi di manovra per un’estensione a dicembre dei crediti d’imposta da oltre 4 miliardi contro il caroenergia da parte del prossimo esecutivo, convinto che «se vi sarà un tasso adeguato di crescita, penso che la politica economica possa restare positiva, di sostegno alla crescita».

Ma tutto dipende dal contesto di crescita europeo e internazionale: «se vanno in recessione noi seguiremo» dice Franco, con la Germania che potrebbe esserci già, e la Banca mondiale che avverte del rischio di una recessione globale. Dipenderà anche dalle scelte delle banche centrali, con la Bce che tira dritto sulla stretta anti-inflazione: «occorre assolutamente evitare una spirale prezzi-salari», dice la presidente Christine Lagarde, che ha già sbagliato le previsioni sull’andamento dell’inflazione, mentre il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, preannuncia nuovi rialzi dei tassi dopo un’inflazione nell’area euro confermata al record del 9,1% ad agosto.

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