Settore Moda: con una mano il fisco dà, con l’altra il Fisco toglie

Secco (Federazione Moda): «chiedere indietro il credito fiscale sulla ricerca è un’operazione assurda». 

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«Se ci vogliono far fallire per forza il settore Moda ce lo dicano e basta» afferma davvero sconsolato Giuliano Secco, presidente della Federazione Moda di Confartigianato Imprese Veneto, di fronte alle nuove interpretazioni della Agenzia delle entrate che sconvolgono all’improvviso e, soprattutto, retroattivamente la norma sul credito d’imposta per ricerca e sviluppo (circolare del MiSE n. 46586), chiedendo indietro alle imprese quanto già concesso. E nel solo Veneto ci sono già decine di casi con importi che a volte arrivano a 100.000 euro.

«Abbiamo scritto, come Confartigianato nazionale al ministro dello Sviluppo economico, – prosegue Secco – perché intervenga quanto prima su questa palese incongruenza che mette a rischio, per giunta, la sopravvivenzadelle nostre “migliori” imprbese, quelle sane e innovative che hanno investito sul loro futuro e su quello dei loro collaboratori».

Le modifiche circa i criteri di ammissibilità al credito d’imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo legate al design e all’ideazione estetica sono un colpo davvero duro al comparto della Moda italiana. Le nuove interpretazioni sconvolgono la norma e all’improvviso, in una fase molto convulsa e delicata per il settore – così come per tutto il manifatturiero italiano in generale -, l’Agenzia delle entrate sta richiedendo in maniera retroattivaun’agevolazione che è stata già concessa. Insomma, siamo in Italia, dove il diritto, specie quello fiscale e tributario, è tutt’altro che certo e univoco.

«La risoluzione n. 41 del 2022 dell’Agenzia delle entrate – spiega Seccointroduce il criterio di “novità e significatività (e non ripetitività)” del prodotto del settore moda che viene prototipato. Un concetto molto discutibile perché l’innovazione nella Moda è fatta di passaggi non sempre macroscopici e facilmente relazionabili “su carta”. Come può l’Agenzia delle entrate stabilire cosa è effettivamente innovativo nella Moda? Anche volendo tralasciare questa gigantesca criticità (non da poco per noi), ci sembra assurdo dare retroattività alle modifiche. Ma così è stato fatto – denuncia Secco -, tanto che a decine di imprenditori stanno arrivando le prime lettere che richiedono indietro, entro il prossimo 30 settembre 2022, le imposte portate a credito negli anni precedenti al 2020».

Amara la conclusione di tutta la vicenda del presidente Secco: «anche se gli ordini, in particolare per chi lavora conto terzi ci sono, molti colleghi iniziano a chiedersi seriamente se abbia ancora senso, in questo Paese, fare sacrifici economici importanti per poter andare avanti, fare PIL, creare ricchezza e dare lavoro nonostante tutto. Ed ora si chiede loro di rendere un credito perché l’Agenzia ha fatto a suo dire delle interpretazioni poco chiare? Così non va bene! Un sistemasano” – conclude Seccodovrebbe aiutare chi investe in tecnologia e chi studia nuovi prodotti per tentare di superare l’ostacolo con il rinnovamento e non rispondere alla logica del “ci siamo capiti male, ridateci i soldi”».

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