Federmetano allarme per il settore causa il “carissimo” energia

Il metano per auto è a rischio collasso. Consentire anche ai distributori di metano per autotrazione l’accesso al prezzo calmierato di gas da estrarre dai giacimenti nazionali. 

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La progressione è avvilente: a settembre 2021, Federmetano lanciava il primo allarme sui prezzi di mercato del gas metano sul TTF (Title Transfer Facility) era già prossimo a 116 euro/MWh, un valore 5 volte superiore alla media degli ultimi 20 anni. Valore già rappresentava uno shock insostenibile per un settore caratterizzato, da sempre, da quotazioni sostanzialmente stabili.

A distanza di un anno, il prezzo del gas metano è ulteriormente triplicato, arrivando a oltre 300 euro/MWh (15 volte il valore medio degli ultimi 20 anni). Un’escalation che ha assunto dimensioni non più contrastabili con le sole misure finora adottate.

«È il momento di dire che il settore del gas naturale/biometano per auto non ce la farà senza interventi radicali e immediati – dichiara Dante Natali, presidente di Federmetano -. Fino a oggi abbiamo fatto l’impossibile per continuare a servire l’utenza, ma ora la situazione non è più sostenibile. Con i prezzi al pubblico attuali, oltre il 40%degli operatori è di fatto già chiuso e altri – con il rinnovo dell’anno termico – non troveranno nemmeno un fornitore che sottoscriva un contratto di fornitura».

Per Natali «a queste condizioni non c’è futuro né per le aziende che hanno investito volontariamente in nuovi punti di rifornimento di metano, né per quelle che sono state indotte a farlo per via degli obblighi dovuti al recepimento della Direttiva DAFI. Oltre un milione di utenti, per lo più proprietari a medio-basso reddito di autovetture a metano, dovranno forzatamente scegliere un altro carburante e sostituire il mezzo».

Verrebbe meno il contributo alla decarbonizzazione da parte del settore più concreto e promettente, che già nel 2021 ha sostituito il 30% di carburante fossile con biometano rinnovabile e che rappresenta la via più immediata per l’uso dell’idrogeno nei veicoli.

Per Federmetano serve un intervento a 360 gradi, dall’annullamento dei costi di vettoriamento e di quelli di sistema, all’azzeramento del contributo GFBM e l’annullamento totale dell’IVA. È necessario fare tutto quanto possibile per contenere il prezzo di vendita al pubblico e sostenere gli operatori dei distributori di gas naturale/biometano, ampiamente i più colpiti dal “caro prezzi” e dal conseguente crollo dell’erogato in questo difficile periodo.

“Le nostre ultime richieste di ulteriori misure sono rimaste inascoltate. Il Governo continua a sottovalutareun’emergenza di un settore che non ha eguali per gravità, eppure le possibilità di agire ci sono e la prossima “gas release” sarebbe una occasione imperdibile. Il ministro Cingolani può allargare l’accesso anche al gas naturaleper autotrazione. Questo è il momento per farlo! – tuona Natali -. Ci sono in ballo 2 miliardi di metri cubi di gasitaliano” a prezzo calmierato. Chiediamo che almeno una parte venga riservata anche al nostro comparto, per evitarne la chiusura».

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