Bianco & Nero: la politica italiana a due settimane dal voto

Il “do ut des” con i soldi pubblici pagati da tutti i cittadini torna in auge tra i politici che continuano a promettere di tutto, anche l’impossibile. 

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elezioni politiche

In questa puntata de il “Bianco & Nero” dedicata alle riflessioni a ruota libera sulla politica italiana a due settimane dal voto, l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, discutono su un grande classico che torna in fortissima auge tra i politici: il “do ut des”, quello che volgarmente si chiama voto di scambio, spesso foriero di malaffare, che viene alimentato con i soldi di tutti i contribuenti.

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Il voto di scambio 2022 passa dalla conferma del reddito di cittadinanza da parte del suo papà, il M5s di Giuseppi Conte, dalle pensioni tutte portate a 1.000 euro al mese, similmente ai contratti di praticantato proposti da un inossidabile – ma oggettivamente cottoSilvio Berlusconi, alle quote 41 ai 30 miliardi di extradeficit alla flat tax al 15% del leghista fu nordico Matteo Salvini. Tutte proposte strampalate buone solo per vellicare le parti basse degli elettori, il quali dovrebbero ben sapere – anche per esperienza diretta – che ad urne appena chiuse e a voti incassati con l’inganno le promesse si squagliano miseramente.

Stando alle tendenze elettorali emerse nelle ultime settimane, la coalizione di centro destra pare avviata ad una vittoria consistente ma forse non troppo. Una situazione che, complice la drammatica crisi economica e sociale che sta per scatenarsi correa l’inflazione a doppia cifra potrebbe consigliare la premier in pectore Giorgia Meloni a trattenersi dallo sfondare il tetto di cristallo (con le femministe di sinistra che tirano sospiri di sollievo), ritirarsi sulla sponda del capo coalizione che legittimamente le spetta, e lasciare la strada ad un valido tecnico di area che affronti la tregenda che sta per arrivare. Potrebbe essere una mossa strategica per evitare di bruciarsi anticipatamente, utile anche per consolidare la propria guida del centro destra.

Uno scenario, questo, che potrebbe aprire anche ad un rimescolamento delle posizioni dei partiti, magari facilitando il risuscitamento di un governo di salute pubblica ma saldamente in mano al centro destra. Potrebbe essere un teatro politico credibile, tanto più se dalle urne esce un Salvini profondamente ridimensionato soprattutto al Nord, ormai ampiamente sorpassato da Fratelli d’Italia, cosa che aprirebbe ad un cambio di segreteria e un ritorno a quelle origini che l’insipienza strategica di Capitan Mojito ha troppo frettolosamente abbandonato, segandosi il ramo su cui era appollaiato.

Buona visione de il “Bianco & Nero”.

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