Tutela dell’Autonomia, soprattutto se speciale, anzi, specialissima come quella del Trentino Alto Adige, addirittura garantita internazionalmente con un accordo tra Italia e Austria e con diritto di quest’ultima a mettere becconelle questioni autonomistiche se qualcosa dovesse andare a genio alla Svp, nuovamente protagonista di un botta e risposta tra la Svp e Fratelli d’Italia.
Nel corso della sua visita a Trento e Bolzano, la leader di Fdi, Giorgia Meloni, ha ribadito che il suo partito intende portare avanti le autonomie, da utilizzare a beneficio di tutti i cittadini, non solo per una parte. Apriti cielo: è stato come sventolare un drappo rosso dinanzi al segretario della Svp, Philipp Achammer che ha subito reagito.
«Se Giorgia Meloni pensa che l’Autonomia non debba, in certi casi, tutelare alcuni e non altri, allora probabilmente non ha mai sentito parlare di tutela delle minoranze – afferma Achammer -. In alcuni casi l’Autonomia è servita a tutelare alcuni invece di altri. La base e l’origine della nostra autonomia è e rimane la tutela delle minoranze tedesca e ladina. Chiunque voglia davvero proteggere le minoranze, deve anche concedere loro diritti speciali e necessari».
Il segretario della Svp ribadisce come «allo stesso tempo non c’è dubbio che i poteri legislativi e amministrativi speciali della Provincia di Bolzano sono stati utilizzati nell’interesse e a beneficio dell’intera popolazione. L’uno non esclude l’altro».
Anche se nei fatti, negli anni la politica praticata dalla Svp a favore del gruppo etnico tedesco è stata, per così dire, molto più attenta, precisa e puntuale, oltre che ricca di finanziamenti pubblici, rispetto al gruppo etnico italiano, che in Alto Adige costituisce localmente una minoranza nei confronti di quella che, viceversa, a livello nazionale è la minoranza tutelata internazionalmente.
Senza trascurare il fatto che Achammer e la Svp ha sempre ritenuto l’Autonomia speciale come “cosa loro”, solo finalizzata alla tutela dei gruppi linguistici tedesco e ladino, inserendosi nel filone di chi ha sempre indicato l’Autonomia del Trentino esclusa dallo spirito degli accordi Degasperi/Gruber e, quindi, ponendola in dubbio, dubbi che si allargano sempre più specie alla luce degli insuccessi di governo della legislatura vigente a guidadel leghista Maurizio Fugatti, dove perfino uno dei componenti della sua maggioranza, Progetto Trentino, ha bollato l’esperienza leghista come «il punto più basso della storia dell’Autonomia speciale» che ha appena tagliato il traguardo dei 50 anni del secondo Statuto di Autonomia.
L’incornata di Achammer non è passata inosservata al coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, il consigliere provinciale (e paracadutato alle politiche 2022 nel collegio plurinominale di Vicenza), Alessandro Urzì: «sono gravi e pericolose le dichiarazioni del segretario della Svp Achammer che rischiano di avere un pericoloso riflesso negativo sull’Autonomia del Trentino. Che sia proprio la Svp alleata del Patt di Marchiori a dichiarare nei fatti sostanzialmente superflua l’Autonomia trentina è preoccupante e grave e rafforza l’immagine di un Trentino usato dalla Svp (che usa a sua volta il Patt) più per giustificare la propria esclusiva specialità che per rivendicarel’Autonomia dell’intero territorio regionale, e quindi anche del Trentino».
Per Urzì «anche la scelta delle candidature rivela questa debolezza: gli elettori trentini del Patt saranno usati solo per eleggere un altoatesino, Dieter Steger, senza alcuna contropartita. Le carte messe in tavola dal segretario Achammer sono un pugno nello stomaco: l’Autonomia da tutelare e proteggere è solo “cosa nostra”, di tedeschi e ladini. Dimenticati i Trentini. In questo solco invece si inseriscono le parole della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che ha ricordato come l’Autonomia non può essere posta in discussione, ma deve essere di tutti. Trentino compreso».
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