Anef, con rincari energia a rischio la stagione invernale 2022-23

Ghezzi: «in pericolo l'economia di montagna». 

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Anche la filiera del turismo in montagna, dagli alberghi, agli impianti di innevamento programmato, agli impiantidi risalita sono in ambasce per il costo dell’energia che rischia di stroncare sul nascere l’avvio della prossima stagione invernale, fondamentale per l’economia di molte zone di montagna e della sua popolazione.

«Non c’è tempo da perdere e non possiamo aspettare le elezioni e il nuovo governo, bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mette in ginocchio il futuro della montagna e l’avvio della prossima stagione invernale» afferma Valeria Ghezzi, presidente di Anef, l’Associazione nazionale esercenti funiviari, che chiede che il tema energetico venga messo in cima all’agenda elettorale.

«Il costo dell’energia – spiega Ghezzi – è aumentato anche di sei volte rispetto ad agosto 2021. A questo punto, l’energia che serve per alimentare gli impianti di risalita e i sistemi di innevamento programmato, quando servono, a cui si aggiunge il gasolio utilizzato dai mezzi battipista, rischia di diventare un costo insostenibile. Un costo che andrebbe a minare le sorti di tutta la filiera che vive dell’industria della neve e comprende hotel, ristoranti,trasporti, scuole di sci. La preoccupazione va soprattutto alle tante piccole imprese che operano nel settore e che rischiano di chiudere».

Secondo il presidente di Anef «questo smisurato aumento dei costi non potrà essere scaricato sugli utenti: il probabile aumento di prezzo degli skipass non sarà sufficiente a compensare le perdite dovute a bollette dell’energia i cui importi si sono moltiplicati. Si tratta di un fatto ancora più drammatico se si pensa che lo sci e il suo indotto hanno un valore economico e sociale insostituibile per le nostre montagne quantificabile in 6,5 miliardidi euro di fatturato e 75.000 posti di lavoro».

La preoccupazione è al massimo tra tutti i gestori di stazioni sciistiche, dalle Dolomiti alla Valle D’Aosta, fino all’Appennino. «Siamo preoccupati – dichiara Marco Grigoletto, presidente di Anef Veneto – per i costi di gestione. Già a luglio abbiamo avuto società impianti che hanno avuto costi più alti dei ricavi a causa del caro energia. Si è passati da 0,09 euro/KWh 0,5002 euro/KWh. Già lo scorso inverno la bolletta era aumentata in maniera considerevole, ora diventa davvero difficile affrontare una stagione con costi così elevati. Questo potrebbe portare a rincari negli skipass dal 5 al 10%».

Secondo Massimo Fossati, presidente di Anef Lombardia, «a questo punto il problema è la sostenibilità economica: per fronteggiare gli aumenti dei costi dovremmo proporre aumenti del 20-25%».

«Di certo – commenta Giampiero Orleoni, presidente di Anef Piemonte – per noi può diventare davvero insostenibile, con prezzi a questi livelli non so cosa potremmo fare, potrebbe diventare controproducente aprire. Noi chiaramente offriamo un servizio che non è essenziale, se ribaltiamo il costo sugli utenti chiaramente avremo un’affluenza minore. Una parte della soluzione potrebbe essere quella di far riconoscere le società impianti come aziende energivore».

«Dobbiamo pensare seriamente a come impostare la prossima stagione e non possiamo che pensare ad un aumento dei prezzi degli skipass» commenta Luciano Magnani, rappresentante di Anef Emilia Romagna.

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