La Guardia di finanza di Reggio Emilia, su delega della Procura – che aperto un fascicolo esplorativo, al momento contro ignoti, coordinato dalla Pm Piera Cristina Giannusa – ha avuto l’incarico di indagare sul progetto Silk-Faw, l’alleanza sino-americana che dovrebbe costruire a Reggio Emilia un gigantesco stabilimentoproduttivo di auto di lusso elettriche e ibride, in cui dovrebbero trovare impiego di circa 5.000 lavoratori, indagando su ipotesi di reato di natura fiscale
L’indagine della Procura avrebbe avuto impulso da un esposto presentato dal deputato reggiano di Fratelli d’Italia, Gianluca Vinci. A motivare gli accertamenti fiscali, sarebbero soprattutto i continui slittamenti rispetto al piano industriale. Un modus operandi della multinazionale che sta tenendo in sospeso anche la Regione e che ha innescato pochi giorni fa anche un richiamo al rispetto degli impegni presi da parte del presidente, Stefano Bonaccini, che a maggio scorso aveva avvertito: «Silk-Faw e i suoi partner dimostrino di saper andare avanti come hanno promesso. Non è ancora tutto al suo posto e noi, per ora, non abbiamo erogato un euro di fondi pubblici».
A luglio scorso, i manager della joint venture erano anche stati convocati dall’assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Colla, ma finora non si sono visti sviluppi nella realizzazione del progetto.
A gettare pesanti ombre sull’operazione che ha avuto la benedizione di Romano Prodi e dei maggiorenti emiliani del Pd, il fatto che l’azienda sino-americana sia in ritardo con l’erogazione delle spettanze ai lavoratori, che hanno fatto richiesta di messa in mora, cui s’aggiunge un trimestre arretrato per l’affitto degli uffici concessi in locazione da Stu Reggiane (partecipata al 70% dal comune e al 30% da Iren) al Tecnopolo, nel riqualificato Parco Innovazione alle ex Officine Reggiane.
Il progetto Silk-Faw presentato un anno e mezzo fa in pompa magna aveva annunciato di voler approdare nella Motor Valley emiliana, a Reggio Emilia, con un maxi stabilimento per produrre le hypercar elettriche sportive di lusso. Un miliardo tra investimenti e ricadute sul territorio oltre alla creazione di cinquemila posti di lavoro – tra diretti e indiretti – le promesse finora mai mantenute, tanto che non è ancora stato perfezionato il rogito per il terreno di Gavassa per la realizzazione dello stabilimento.
Nonostante l’ultimatum della regione Emilia Romagna un mese fa e la rinnovata promessa di chiuderel’operazione il 5 agosto, l’operazione è stata nuovamente rinviata a data da destinarsi.
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