Unimpresa richiama la politica alle proprie responsabilità

Lauro: «servono programmi credibili per famiglie e imprese senza improvvisazione da avanspettacolo». 

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Unimpresa
Raffaele Lauro, segretario generale Unimpresa.

«Cessata la sbornia delle candidature, con il seguito di morti, di feriti e di laceranti recriminazioni, Unimpresaauspica un ravvedimento operoso, affinché, nelle prossime settimane, le pur sgangherate alleanze politiche si presentino al corpo elettorale, alle famiglie e alle imprese, con programmi di governo coerenti, credibili e attuabili, nonché dichiarando pubblicamente una chiara e inequivocabile posizione del nostro paese sulle alleanze internazionali e sulle quattro emergenze, ormai incombenti: economica, sanitaria, energetica e sociale» tuona il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro.

Secondo Lauro le sfide che attendono il Paese «necessitano una volontà e una capacità di governo da far tremare, scomodando Dante, le vene e i polsi! Se dovesse vincere, a furor di popolo, il partito dell’astensione e dello scetticismo, avremo una nuova legislatura disgraziata e un governo che non durerà più di sei mesi».

«Mentre i vertici dei partiti sono ancora affannosamente intenti, in queste ultime ore, a quadrare le liste dei loro candidati, tra risse vendicative interne, la solita (e abusata) ricerca di candidati civetta – siano essi virologi, economisti o magistrati, poco importa, si tratta dei soliti specchietti per gli elettori-allodole, destinati a diventare, nelle urne, carne da macello! -, nonché l’esclusione obbligata di parlamentari uscenti, anche meritevoli, e, non da ultimo, l’indecente pratica, familistica e di clan, italica malattia ereditaria, di piazzare, in collegi sicuri, parenti, amici e fedelissimi ad personam, si possono fare alcune (amare) considerazioni, preliminari alla battaglia elettorale delle prossime settimane, che si preannuncia più infuocata di questa torrida estate – prosegue Lauro -. Si tratta degli errori commessi, di cui si nutre dubbio, tuttavia, che i cosiddetti leader, nonostante le difficoltà e le polemiche in corso, abbiano preso piena consapevolezza».

Gli scenari che evoca il segretario di Unimpresa riguardano «in primis, l’aver approvato in massa, per pura demagogia, il folle taglio dei parlamentari, senza aver contestualmente modificato la legge elettorale vigente, l’ormai famigerato Rosatellum; l’aver definito delle alleanze posticce, approssimative e del tutto contraddittorie, che aspirano a governare, in quanto le singole componenti delle stesse manifestano idee, propositi e progetti totalmente divergenti, in politica estera, in politica economica e in politica sociale; l’aver inaugurato il confronto-dibattito della vigilia, non su programmi concreti e sul come affrontare un autunno drammatico, denso di gravi presagi, ma sul solito refrain ideologico, ormai morto e sepolto, sul fascismo e l’antifascismo, sul comunismo e l’anticomunismo, sul femminismo e l’antifemminismo, nonché sull’allarmismo esasperante per le presunte minacce alla Costituzione e alle libertà costituzionali. Residuati post ideologici, già condannati dalla Storia, che non incantano più nessuno, a parte i fanatici militanti operanti sui new media, e che contribuiscono ad accrescere il distacco dalle istituzioni, il rifiuto della politica e l’indifferenza degli elettori, specie dei giovani, accrescendo la schiera degli astensionisti».

Lauro attacca frontalmente l’operato di Enrico Letta: «l’improvvisazione da avanspettacolo, il caos demagogico e il mercato delle vacche, mai registrato in precedenza, finalizzato soltanto alla futura spartizione del potere, che stanno caratterizzando la formazione delle alleanze a sinistra, lasciano sgomenti e stupefatti. Unimpresa sperava che fosse bastata la lezione della contraddittoria campagna elettorale del 2018, causa di una disgraziata legislatura finita male, di una pandemia ancora in corso e di una crisi economica devastante, per le famiglie e le imprese, a far rinsavire i cosiddetti leader progressisti. Tutt’altro. Alla base delle loro cangianti alleanze – continua il segretario di Unimpresa -, nessun confronto concreto sui programmi, sulla politica estera e sulle misurestraordinarie necessarie per affrontare l’inflazione galoppante e la recessione imminente. Soltanto la solita fanfara della mostrificazione e della demonizzazione degli avversari politici, con la pretesa di governare il paese. Un altro passo per affossare definitivamente la democrazia parlamentare, ormai in agonia, in nome della Costituzione».

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