Le imprese della ceramica artistica a rischio per il caro bollette

Maroso: «insufficienti la riduzione degli oneri di sistema o dell’IVA (una partita di giro per le imprese) e il contributo straordinario relativo al credito di imposta legiferato. Governo e Regione ci devono aiutare». 

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ceramica artistica

Maria Teresa Maroso, presidente dei ceramisti di Confartigianato Imprese Veneto, suona l’allarme caro energia per il settore della ceramica artistica che «annovera 200 imprese cadutemorsa” delle bollette. Insufficienti la riduzionedegli oneri di sistema o dell’IVA (una partita di giro per le imprese) e il contributo straordinario relativo al credito di imposta legiferato. Governo e Regione ci devono aiutare».

«La ceramica, come tutti i mestieri – prosegue Maroso -, sta subendo rincari sulle bollette del gas che non si erano mai visti prima. Ogni mese le tariffe aumentano e siamo arrivati all’impossibilità di poter far fronte a queste spese senza rimetterci. Sostanzialmente molte imprese stanno lavorando in perdita e questo non va bene».

Le imprese della ceramica artistica lamentano la disattenzione della politica, situazione comune per molti settori produttivi. «Ci aspettavamo un sostegno reale e proporzionato agli aumenti, sia dalla Regione che dal Governo – continua Maroso – ma, nonostante le nostre ripetute richieste di aiuto, quello che è arrivato è veramente poca cosa. Non è sufficiente intervenire con la riduzione degli oneri di sistema o dell’IVA, che poi per noi è una partita di giro. E riteniamo altrettanto insufficiente il contributo straordinario relativo al credito di imposta che è stato legiferato. Le imprese artigiane della ceramica operanti nel Veneto sono più di 200 e occupano oltre 700 addetti e rappresentiamo uno dei settori di punta dell’artigianato artistico regionale e del “Made in Italy” che in questo difficile contesto rischia di assottigliarsi ulteriormente, con riflessi negativi anche sull’occupazione. La ceramica artistica merita la dovuta attenzione e tutti gli aiuti possibili che auspichiamo incidano davvero sugli aumenti delle tariffe del gas».

Quanto al futuro prossimo c’è preoccupazione: «il rischio di riduzione della disponibilità di gas per il prossimo inverno – conclude Maroso – sarebbe un colpo finale perché è una materia vitale per le nostre imprese e i segnali contradditori e allarmanti sulle forniture che leggiamo quotidianamente si aggiungono a quelli delle tariffe. È il momento di dimostrare con provvedimenti tangibili e importanti il sostegno al nostro comparto. Vogliamo continuare ad essere imprenditori seri, che danno lavoro e che contribuiscono alla crescita del Paese. Ma è evidente che non possiamo essere lasciati soli a sostenere costi che, fin dai prossimi mesi, non ci permetteranno nemmeno di avere un minimo di marginalità».

Con il rischio di fare cadere molte imprese nell’insolvenza in caso di debiti verso i fornitori e l’erario e con la beffa di finire anche nell’elenco della Centrale rischi della Banca d’Italia il che, oltre il danno, costituirebbe la beffa per molti imprenditori.

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