Superstrada Pedemontana Veneta, evitare gli errori “BreBeMi”

Varotto (Confartigianato Veneto Trasporti): «non commettiamo gli stessi errori dei Lombardi. Le opere pubbliche siano davvero a vantaggio di cittadinanza e imprese». 

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Superstrada Pedemontana Veneta

La Superstrada Pedemontana Veneta rischia di essere un deserto stradale a traffico ridotto come l’autostrada BreBeMi”, la variante all’A4 tra Brescia e Milano a causa dei pedaggi troppo cari, specie per il traffico pesante.

«Il tempo è denaro e chi lavora in strada lo sa meglio di altri, ma non si deve esagerare. E la Pedemontana Veneta di tempo ne fa risparmiare molto. Da Treviso a Bassano, come esempio, si passa dall’ora e venti a meno di 40 minuti (la metà). Ma 16.70 euro per una sola andata (per un tre assi – classe 3) per il tratto più lungo oggi percorribile (Malo – Spresiano di 71km) è davvero troppo – evidenzia il presidente di Confartigianato Veneto Trasporti, Michele Varotto – soprattutto se si tiene conto che, per una tratta sempre di 71 km, Verona est – Padova ovest, sempre un 3 assi spende 7 euro e sull’Autobrennero, nel tratto Bolzano nord barriera Brennero (circa 72 km), 7,9 euro. Se vogliamo che la Superstrada Pedemontana Veneta esprima tutte le sue potenzialità abbiamo bisogno subito di un pedaggio più equo».

Secondo Varotto «se davvero si intende spostare volumi importanti di traffico su questa arteria, deve costare meno. Capiamo le esigenze e le motivazioni della Struttura di Progetto della Superstrada Pedemontana Veneta, ma dobbiamo provarci perché riteniamo urgente prevedere misure ad hoc per pendolari e autotrasportatori del territorio. Sarebbe un’importante leva competitiva per gli operatori economici che andrebbero a ripianificare i propri tragitti con impatti positivi anche in termini di riduzione dell’inquinamento: attraverso uno sconto sui pedaggi gli utenti ad esempio andrebbero a preferire la SPV per alcuni spostamenti rispetto alla tratta Conegliano-Verona Sud che attualmente costa quasi il 50% in meno».

Presente nei documenti di programmazione regionale sin dagli anni ’60, l’idea di un asse a scorrimento veloce che collegasse da est a ovest Treviso e Vicenza è arrivata a concretizzazione progettuale nel primo decennio degli anni 2000 e all’avvio dei cantieri nel 2011. Oggi, dopo 3 miliardi di euro spesi, siamo alla vigilia della sua conclusione e il territorio e l’economia regionale non può permettersi che si traduca in un flop come è accaduto in Lombardiacon la “BreBeMi”.

«La Superstrada Pedemontana Veneta può e deve – sottolinea Varotto – rappresentare davvero un volano per l’economia del Veneto in una fase estremamente delicata come quella attuale: una migliore qualità e quantità degli spostamenti, una riduzione dell’incidentalità nelle altre direttrici di traffico, un aumento dell’attrattività delle aree limitrofe favorendo gli insediamenti e gli investimenti produttivi, nuova qualità dell’abitare. Tutto questo sarà possibile anche grazie ad interventi concreti nell’immediato, l’attendismo rischia di declassare questo ingente investimento da opera strategica per tutti ad opera riservata a pochi come nel caso “BreBeMi”».

Se si considera che la maggior parte delle più di 5.000 imprese artigiane di autotrasporto effettuano i loro servizi per la committenza nel raggio di 300 km e che la Superstrada Pedemontana Veneta taglia per 100 km un’area regionale che va da Treviso a Vicenza ospitando 35.000 imprese e 154.000 addetti, risulta evidente come la nuova infrastruttura possa ridefinire l’intero quadro di relazioni commerciali e sociali del territorio.

Dalla regione Veneto, gli autotrasportatori attendono una risposta concreta.

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