Scade tra pochi giorni l’ultimatum lanciato dalla regione Emilia Romagna a Silk-Faw, la joint venture cinese-americana delle supercar di lusso sportive completamente elettriche che nella primavera 2021 ha annunciato di insediarsi con un mega stabilimento produttivo a Gavassa di Reggio Emilia, nel cuore della “Motor Valley” emiliana, con l’obiettivo di sfornare la prima hypercar, la HongqiS9 per il 2023.
Peccato che ad un anno e mezzo di distanza dalla firma degli accordi l’azienda non abbia finora dato seguito alle promesse di investimento (quasi un miliardo di euro complessivo) e della creazione di nuovi posti di lavoro (5.000 tra diretti e indiretti). A partire dal rogito, mai perfezionato, per l’area nella quale dovrebbe sorgere il polo industriale dell’automotive.
Non solo: nel frattempo si sono verificati numerosi addii dei dirigenti di vertice che il colosso sinoamericanoaveva ingaggiato – da Roberto Fedeli ad Amedeo Felisa, entrambi passati in Aston Martin e all’ex capo della connettività, Theo Jansen, ora in Ferrari – hanno gettato ombre sulla realizzazione del progetto.
Ombre come i continui rinvii per l’inizio dei lavori e dichiarazioni del presidente dell’azienda, l’americanoJonathan Krane, il quale adduceva problematiche mondiali riguardanti il rincaro delle merci.
Ma sullo sfondo ci sarebbero anche i rapporti in crisi fra le due teste della compagine – Usa e Cina – riguardo alla situazione geopolitica, visto il posizionamento avverso nel conflitto Russia-Ucraina.
Le istituzioni locali, da qualche settimana, hanno voluto affrontare la questione che sta diventando spinosa, avendoci messo faccia e denaro: la regione Emilia Romagna con un finanziamento da 4,5 milioni e il comune di Reggio Emilia con una serie di concessioni urbanistiche per facilitare l’insediamento.
L’assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Colla, attende per il prossimo lunedì 25 luglio un chiarimento definitivo da Silk-Faw: in quella data «o ci danno novità, presentando il piano progettuale alla stampa, o il progetto per noi è chiuso».
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