Chi si loda s’imbroda: lo stesso vale per la Lega trentina che a poco più di un anno dal rinnovo del Consiglio regionale e dei due provinciali di Trento e di Bolzano tenta di sostenere l’immagine invero appannata della giunta leghista e governo provinciale dell’Autonomia che dal 2018 ad oggi ha brillato più per i conflitti istituzionali e le sonore bocciature della Corte costituzionale, tribunali civili e amministrativi che per una reale capacità di sostegno e rilancio delle istituzioni autonomistiche e dell’economia provinciale che scivola sempre più indietro rispetto alla cugina bolzanina e con i servizi pubblici sempre più critici, ad iniziare dalla sanità.
Proprio sulla sanità trentina, il X rapporto del Crea è impietoso: dal 2019 ad oggi, i giudizi espressi sul servizio sanitario provinciale sono crollati, passando da prima in Italia a quarta o quinta o peggio a seconda delle diverse aree di servizio interessate. La gestione della giunta leghista e dell’assessore leghista Stefania Segnana è stata largamente fallimentare, passando dal primo al quinto posto nella classifica nazionale, dietro a Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Provincia di Bolzano. Lo stesso vale per la categoria “istituzioni”, mentre per la voce “professioni sanitarie”, il Trentino a trazione leghista passa dal secondo al settimo posto, superato anche da Umbria e Sardegna, a pari merito alla voce “Management”.
A brillare poco c’è stata anche la gestione dell’economia, squassata da due disgrazie come la tempesta Vaia e due anni di pandemia da Covid, con altre realtà, anche prive dell’Autonomia speciale, che hanno saputo fare meglio del Trentino.
In questo quadro poco lusinghiero, la Lega cerca di darsi una lucidata alla propria immagine diffondendo un sondaggio che ha commissionato ad Ipsos circa l’operato del governo provinciale basato su 600 interviste, probabilmente un campione ristretto per essere effettivamente attendibile. Per due trentini su tre, il presidentedella provincia viene promosso, con il 65% degli intervistati che dà giudizi positivi ma con una media tutt’altro che lusinghiera, pari ad una sufficienza stentata, mentre al giudizio sulla qualità della vita in Trentino, per il 51%degli intervistati non è cambiata, contro il 16% che afferma sia migliorata e il 33% peggiorata.
Si vedrà come nei prossimi mesi si assesteranno gli equilibri tra le varie forze politiche che compongono la maggioranza di centro destra, ma al di là di un’immagine esterna di unitarietà, emergono molti distinguo e l’ammissione a mezza voce che ripresentarsi con il presidente uscente potrebbe essere il migliore viatico per la vittoria per la coalizione di centro sinistra, sempre che sia capace di superare i propri distinguo interni e mettere in campo un candidato presidente minimamente presentabile.
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