Wärtsilä cessa la produzione di motori navali nell’impianto triestino di Bagnoli della Rosandra

L’azienda finlandese centralizza la produzione. A rischio 450 dipendenti diretti e altri 400 dell’indotto. Protesta del governo e della politica. 

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Wärtsilä

Il gruppo Wärtsilä con una nota ha comunicato che intende centralizzare la produzione di motori 4 tempi per navi a Vaasa in Finlandia cessando l’attività produttiva del sito di Bagnoli della Rosandra, vicino a Trieste. A rischio 451 addetti sui circa 970 occupati nell’impianto, oltre ai 400 dell’indotto. Il sito si concentrerà, secondo i piani del gruppo, sulle attività di ricerca & sviluppo, vendita, assistenza e formazione, project management.

Wärtsilä ha spiegato che la decisione è stata presa per rafforzare «la competitività e creare una struttura in grado di garantire una crescita futura. Siamo consapevoli dell’impatto che questa decisione avrà sulle persone e sulle loro famiglie e ci impegniamo fin da subito a collaborare con le organizzazioni sindacali e le Istituzioni per individuare tutte le possibili soluzioni per supportare le nostre persone», riporta la nota, precisando che per lo stabilimento triestino, «il Gruppo sta valutando la possibilità di futuri investimenti legati allo sviluppo di tecnologie per carburanti sostenibili». La nuova organizzazione non avrà impatto sul portafoglio motori di Wärtsilä e «la catena di fornitura rimarrà in gran parte immutata, compresi i fornitori italiani».

L’annuncio di parziale dismissione delle attività dell’azienda finnica ha suscitato reazioni stupite nel mondo della manifattura. Il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, ha criticato la scelta del gruppo definendola «un’azione improvvida. Stamattina ero insieme ai lavoratori e alle lavoratrici giustamente scesi in sciopero. Con una Pec hanno mandato a casa 400 persone e depauperato Trieste di un patrimonio industriale straordinario».

Agrusti ha spiegato che «le proprietà non hanno sempre ragione: questi sono ragionamenti che fanno le multinazionali, soprattutto in Italia. Il mondo del lavoro e dell’impresa di questa regione farà di tutto, insieme» per evitare che quella della Wärtsilä sia una «decisione definitiva» lavorando assieme agli amministratori locali.

Della vicenda si è occupato anche il ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti: «siamo sorpresi e molto irritati per la decisione ingiustificata e scorretta di Wärtsilä che improvvisamente ha comunicato la chiusura della linea produttiva a Trieste. Mi sono confrontato questa mattina con il ministro finlandese Ville Skinnari, anche lui all’oscuro di tutto. Ho già disposto l’immediata convocazione dei vertici della società per spiegazioni sul loro comportamento anche alla luce del fatto che la società finlandese aveva avviato proprio con il Mise una negoziazione per chiudere un accordo di innovazione».

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